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Professione fotoreporter: le qualità essenziali del soggetto | Club Fotografia

Professione fotoreporter: le qualità essenziali del soggetto

Immagine tratta da un servizio realizzato per il TCI sui "mestieri di strada negli USA" (ph.: A. Lo Torto - New York City, 2007)

Lo scopo principale di un fotoreporter è quello di trasformare la materia scritta in materia visiva… facile a dirsi!

Tenete presente che un buon soggetto per un servizio fotografico deve dimostrare di possedere alcune caratteristiche essenziali:

  • deve piacere ed interessare a chi lo realizza: un tema a cui tenete vi dà entusiasmo ed energia e, di conseguenza, voglia di condurre un’inchiesta, facilità di stabilire dei contatti, coraggio nelle riprese.
  • deve poter evocare immediatamente delle immagini: l’immaginazione preventiva delle foto, cioè la loro “progettazione”, è il presupposto necessario di una buona inchiesta giornalistica e, come vedremo più approfonditamente in seguito, è indispensabile alla realizzazione del servizio. Dovete dimostrarvi in grado di raccontare una storia, con un suo sviluppo e una sua completezza; un buon soggetto fotografico passa sempre per un’idea chiaramente definita, che consente di poter determinare un inizio, una fine e le diverse tappe intermedie.
  • deve essere realizzabile e vendibile: una classica analisi di fattibilità.

Sviluppiamo quest’ultimo punto. Un soggetto vendibile è un soggetto allettante per la stampa, cioè:

  • dev’essere realizzabile economicamente, fisicamente e psicologicamente: evitate tutte quelle situazioni che potrebbero pregiudicare la fattibilità professionale del servizio a causa, magari, della paura, dell’emotività personale, dell’euforia, di impossibilità finanziarie o di impedimenti fisici (è inutile cercare di paparazzare un politico al largo del mare della Sardegna se abbiamo una paura pazzesca di affogare, non disponiamo neppure dei soldi per noleggiare un barchino e dobbiamo bypassare un esercito di guardie del corpo… non so se mi sono spiegato!).
  • dovete poter effettuare una valutazione costi-benefici: quanto mi costerà realizzare questo servizio? quanto mi potrà rendere? il gioco vale la candela? ecc.
  • perlomeno inizialmente, è meglio scartare avvenimenti e personaggi irraggiungibili (vedi l’esempio sopra): se vi occorrono autorizzazioni, permessi o tessere speciali  per poter accedere a “luoghi proibiti” e non siete in grado di procurarveli è meglio lasciar perdere. Lo scontro con difficoltà di ordine logistico e/o buracratico è una costante della professione del fotogiornalista. Non sprecate le vostre energie in qualcosa che, alla fine, potrebbe rivelarsi soltanto una perdita di tempo.

Soggetti da evitare

Una delle immagini scartate dalla campagna commissionatami (ph.: A. Lo Torto - Milano, 2011)

Vi sono dei soggetti che, specialmente chi è alle prime armi, farebbe bene a lasciare stare:

  1. i soggetti troppo generici. Esempi classici sono “il calcio” o “il mondo del cinema”: sono argomenti talmente vasti e indefiniti da risultare fotograficamente inesauribili e non affrontabili da parte di un solo fotografo.
  2. i soggetti troppo “forti”. “La droga” o “la prostituzione minorile”, ad esempio, sono temi che, oltre ad essere troppo generici ed essere stati cucinati praticamente in tutte le salse nel corso del tempo, possono risultare visivamente scioccanti. Un fotografo inesperto rischierebbe facilmente di non trovare il coraggio di scattare oppure, al contrario, di cadere nel voyeurismo realizzando delle immagini impubblicabili. Diciamo che soggetti di questi tipo, troppo generici e/o troppo forti, possono essere affrontati fotograficamente solo se riescono a fornire informazioni relative a fatti specifici o a persone determinate. Io la penso così.
  3. i soggetti “quasi” impossibili da tradurre in immagini. Rappresentano una bella sfida. Ad esempio: “l’analfabetismo”, oppure “l’inquinamento acustico”. Attenzione, questi sono gli argomenti di solito preferiti dai giornali, i quali non esitano a commissionare servizi fotografici su certi temi proprio perché sono difficilissimi da realizzare e, perciò, molto poco trattati. In certi casi sappiate anche rinunciare, ne va della vostra professionalità: “bucare” un servizio commissionato spesso equivale a bruciarsi altri incarichi in futuro, comunque un buon fotografo è colui che sa perfettamente quando scattare, ma anche quando non vale la pena farlo… Accanto a queste righe potete vedere alcune immagini recentemente “rimbalzatemi” da un grosso gruppo bancario britannico che mi aveva chiesto di realizzare un servizio sul tema “riqualificazione urbana nei quartieri di Milano”, consigliandomi vivamente di produrre immagini di un nonno con nipotino su uno sfondo di un contesto storico cittadino… più di così si muore, dico io! Comunque le immagini non sono state gradite. C’est la vie! In ogni caso, ricordatevi che i miei sono solo suggerimenti, non regole! Il mio scopo è quello di aiutarvi a trovare un soggetto per le foto, non c’è nulla d’imposto dalle esigenze del mercato o dalla sopravvivenza.
  4. ultimi, ma solo in lista, i soggetti troppo personali. “La nascita di mio figlio” è una faccenda mia e della mia famiglia; così come “il battesimo del nipotino di zia Pierina”, ecc. La mia opinione è che solo un fotografo molto esperto potrebbe trattare questi temi in modo da renderli apprezzabili al grande pubblico…

Alla prossima, ALT

 

 

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