Fotografare l’architettura: 5 tips di Michael Toye
di Antonio Lo Torto
Penso di essere un convinto assertore – in fotografia più che nella vita – che il ritorno sia direttamente correlato allo sforzo impiegato.
Come in molte altre attività, si tratta certamente di qualcosa di “non lineare” (investendo 100, non è detto che 100 sia quanto ci torni indietro…) ma ritengo che sia possibile produrre ottime immagini architettoniche armati soltanto di poche tecniche di base e di una buona dose di pazienza e applicazione.
Come spesso capita a molti appassionati di fotografia (naturalisti, ritrattisti, ecc.), anche molti di quelli che scattano immagini di architettura hanno iniziato facendo i turisti. Ed è quanto è accaduto al fotografo inglese Michael Toye che, viaggiando per diletto, è rimasto catturato dalle linee e dagli angoli di molti degli edifici che incontrava nei suoi viaggi. Oggi Toye è uno stimato professionista con base nella capitale britannica, specializzato in paesaggi e, appunto, in fotografia di architettura.
Perché?
Diciamo che nella stragrande maggioranza dei casi il perché decidiamo di scattare una foto ad un determinato edificio è un po’ una domanda retorica. E’ piuttosto evidente: se vogliamo immortalare qualcosa è perché quel qualcosa ha catturato la nostra attenzione. Tanto più se il nostro soggetto presenta delle caratteristiche tali da risultare lampanti alla vista.
Le icone del passato sono un esempio classico: i motivi per cui scattiamo delle foto alla Piramide di Cheope, o alla Torre di Pisa, non hanno bisogno di spiegazioni… In ogni caso, trovandoci davanti a costruzioni un po’ meno blasonate, potrebbe essere interessante fare uno “sforzo di consapevolezza”, cercando di visualizzare quei particolari che potrebbero catturare l’attenzione di chi osserverà la nostra immagine. Ciò ci aiuterà a capire meglio come comporre il nostro fotogramma.
Comunque sia, dobbiamo tenere in mente due concetti chiave della fotografia di architettura, senza i quali le nostre foto senbreranno sempre un po’ “sbagliate”:
- seguire le linee: verticali o orizzontali che siano non devono MAI risultare non allineate con la base o i lati del fotogramma (o, al limite, con la sua diagonale). Vedi anche: La composizione fotografica: linee e sagoma.
- ricercare la massima nitidezza: le immagini di architettura si contraddistinguono sempre per il loro “realismo estremo” e la fedeltà dei particolari riportati. La nitidezza, pertanto, è un requisito fondamentale. Diaframma chiuso e, nel caso, maschera di contrasto. Vedi anche: Foto più nitide.
Vediamo ora – grazie alle immagini e al commento dello stesso Michael Toye – un breve excursus degli stili compositivi più sfruttati dai fotografi di architettura professionisti.
1. Seguire le Linee Principali
Prospettiva e profondità sono le linee principali da seguire nella fotografia architettonica. In altre parole, costituiscono le direzioni che lo sguardo di un osservatore percorre all’interno di una determinata scena, le linee-guida. Osservate l’immagine n.1, scattata da Michael Toye: i vari elementi – la scala mobile, le aperture dei lucernari, il soffitto e la struttura a forma di scala sul fondo – conducono inevitabilmente gli occhi verso l’alto. E la “curvatura” della griglia del tetto costituisce la zona finale di messa a fuoco. Lo stesso autore, commentando la sua foto, dice: “La mia intenzione con questa immagine è stata quella di far partecipe lo spettatore di un piccolo viaggio. Ho anche scelto questo punto di vista, con la visione distorta della scala mobile, per fornire il senso delle dimensioni, particolarmente rilevanti, a quelli che non hanno mai visitato questa stazione della metropolitana di Londra.”
2. Cercare il lato migliore
A proposito della foto n.2 Michael Toye dichiara: “Questo edificio è piuttosto brutto ed è circondato da altri edifici non certo più affascinanti … si salva questo disegno composto sulla parte anteriore del Moorfield Eye Hospital di Londra. C’è tanto vetro sia nel balcone che nella ‘plancia’ e il gioco di luce è davvero incredibile.” Notate inoltre il rispetto della nostra beneamata Regola dei Terzi, di cui tanto abbiamo detto. Inappuntabile.
3. A caccia del dettaglio (o dei dettagli)
Foto n.3: “Amo particolarmente le scale a chiocciola. Si tratta di un dettaglio a volte impressionante in certi edifici e spesso in contrasto con le linee rette e i soliti angoli delle immagini architettoniche. Questa qui accanto si trova alla Queen’s House, a Londra.” Aggiungerei che, in molte situazioni, avere la fortuna di scovare il dettaglio giusto è praticamente tutto. Quante volte, svolgendo un servizio in interni, ho dovuto “inventarmi” qualcosa. Guardate l’immagine n.4: che altro avrei potuto inquadrare in un appartamento dove non c’era niente?! Il committente, tra l’altro, era l’importatore degli stucchi a pennello con cui era dipinta la parete e pretendeva che io “fotografassi i muri”… lasciamo stare va’.
4. Considerare il contesto
Foto n.5: “Le porte in quest’immagine collegano alcune camere da letto comunicanti di un edificio fatiscente e diroccato. Il palazzo si trova a Kolmanskop, in Namibia, una città abbandonata da tempo, costruita appositamente per le famiglie dei lavoratori della locale miniera di diamanti. Le sabbie del deserto del Namib hanno invaso tutte queste case e, insieme con la carta da parati, gli infissi e le pareti sbiadite contribuiscono a creare un reale senso di completo abbandono”.
5. Le simmetrie
Foto n.6: “Al Museo di Storia Naturale di Londra ho scelto le linee discendenti per creare il senso della profondità e dell’altezza della grande scalinata. La forza di quest’immagine sta tutta nella sua simmetria, orizzontale e verticale”. Siamo d’accordo. La composizione simmetrica, generalmente gradevole all’occhio dell’osservatore, è quel fattore in grado di creare il senso di equilibrio complessivo dell’immagine.
Ricordiamoci che non è necessario che la simmetria si basi esclusivamente su oggetti fisici: per avere delle composizioni equilibrate è possibile ricorrere anche ad aree complementari ottenute attraverso l’osservazione attenta della luce: quello che in gergo si chiama gioco di luci ed ombre. Simmetria e asimmetria sono determinanti nel dare carattere all’immagine che vogliamo ottenere. Ne abbiamo parlato in uno dei nostri primissimi post.
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