Migrazioni. Il lungo viaggio di Uliano Lucas. A Genova
di Elisabetta Spinelli
Gli scatti di uno dei più grandi fotoreporter italiani. Oltre sessant’anni di immagini per raccontare i popoli e le loro storie: momenti e percorsi dell’emigrazione italiana e straniera nelle immagini di Uliano Lucas.
Dalle grandi migrazioni al Nord degli anni ‘50/60, agli italiani nelle fabbriche di Germania, Svizzera e nelle miniere belghe, alle nuove migrazioni del Sud del mondo: un racconto per immagini di uno dei più grandi fotoreporter italiani. Dai primi nordafricani arrivati agli inizi degli anni ’70 in Sicilia e ingaggiati nell’attività della pesca ai primi immigrati in Italia dall’Africa subsahariana impiegati nell’edilizia alla fine degli anni ’80, fino ai nuovi nuclei familiari di un flusso migratorio imponente e vario faticosamente avviati ad un pieno inserimento nel paese d’adozione.
Uno sguardo composito, che ha cercato di restituire la complessità del fenomeno: le diversità culturali, i luoghi e i modi dell’aggregazione fra cittadini provenienti dallo stesso paese, il mondo del lavoro e le battaglie per i diritti, il rapporto con il luogo d’origine, il quadro sociale ed economico e le storie individuali, in un racconto che libera il migrante dai luoghi comuni in cui è molto spesso imprigionato.
Fino al 20 maggio al Palazzo Ducale di Genova.
Uliano Lucas. Nato a Milano nel 1942 da una famiglia operaia, Uliano Lucas cresce nel clima di ricostruzione civile e intellettuale che anima il capoluogo lombardo nel dopoguerra. Prende a frequentare, ancora diciassettenne, l’ambiente di artisti, fotografi e giornalisti che vivevano allora nel quartiere di Brera e qui decide di tentare la via del fotogiornalismo, ravvisandovi, come altri giovani della sua generazione, uno strumento di impegno civile e insieme una professione indipendente, libera dalle costrizioni, viatico per quella scoperta di mondi diversi che infatti caratterizza poi tutta la sua esistenza. Colto e visionario, lavora in quel giornalismo fatto di comuni passioni, forti amicizie e grandi slanci che negli anni ’60 e ’70 tenta di opporre una stampa d’inchiesta civile all’informazione consueta del tempo, poco attenta ad una valorizzazione della fotografia e imperniata sulle notizie di cronaca rosa e attualità politica.
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