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Ewa-Mari Johansson: “Nero su bianco” | Club Fotografia

Ewa-Mari Johansson: “Nero su bianco”

Foto di Ewa-Mari Johansson

di Elisabetta Spinelli

Candide figure femminili decorate con campiture geometriche di colore scuro: sono le protagoniste delle foto di Ewa-Mari Johansson, in mostra alla Galleria 70. La fotografa svedese, in collaborazione con il pittore Anders Örnberg, sposta l’attenzione dal viso delle modelle alle pose ardue dei loro corpi, che diventano parte di eleganti composizioni astratte.

Nata a Sölvesborg, in Svezia, Ewa-Mari Johansson si è formata alla New School di New York ed alla UCLA di Los Angeles, studiando regia, produzione televisiva, fotografia e tecnica della camera oscura, e poi lavorando come assistant director presso Arnold Eagle, collaboratore del grande Man Ray. Ha realizzato servizi per numerose riviste di moda e di fotografia, quali Vogue, Amica, Harper’s Bazaar, Cosmopolitan, Donna, Elle, Foto, Kodak’s Photo e ha tenuto diverse prestigiose mostre al Museo di Malmö (2001), alle Gallerie FNAC di Milano, Roma, Verona e Napoli (2008), al Museo Etnografico di Stoccolma (2009) e al Museo di San Pietroburgo. In questa personale l’artista presenta una serie di opere dedicate al corpo “esibito”, malleabile strumento di piacere e performance in un’era sempre più ambigua e tecnologica.

Foto di Ewa-Mari Johansson

I protagonisti di questi scatti in bianco e nero sono i corpi dipinti dall’amico e pittore Anders Örnberg che, con motivi e campiture geometriche nere, plasma le forme delle sue modelle trasformandole in eleganti sculture viventi. La Johansson, ponendo la massima attenzione nell’escludere dalla scena i lineamenti del volto, tramuta questi nudi in composizioni astratte dove ogni elemento è chiamato alla determinazione di un equilibrio perfetto: dalle diverse parti del corpo, ai motivi dipinti, fino ai rapporti di luci e ombre e persino al margine nero del fotogramma, che, lungi dal costituire un “vezzo estetizzante”, svolge un’interazione delicatissima con l’immagine e ne diviene, in assenza di aspetti di discontinuità nello sfondo, indispensabile termine di paragone. «Quando i segni neri sulle ragazze si armonizzano con i loro movimenti», sottolinea l’artista, «riescono a mettere in rilievo tutta la gamma del linguaggio del corpo, dal fuoco vivo fino al riposo tranquillo, dall’ossessione carnale fino al noli me tangere».

Dal 26 ottobre 2011 al 21 gennaio 2012  alla Galleria 70 – Corso di Porta Nuova 38, Milano.

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