Effetti fotografici. Scherzi della focale… sottotitolo: i bei trucchetti di una volta!
Vedi: Gli obiettivi fotografici
di Antonio Lo Torto
Gli effetti speciali sono qualcosa di più che non limitarsi soltanto a registrare. Consentono, sicuramente, di raccontare qualcosa di più del soggetto, del fotografo o di entrambi. Stabiliscono una sorta di rapporto visivo che manifesta una sua propria grammatica, una sintassi, delle vere e proprie regole. Potremmo quasi dire che il soggetto sia la storia e il fotografo sia il cronista che la comunica visivamente. Ciò richiede certamente interpretazione, sperimentazione, pazienza e voglia d’imparare. Il segreto penso che stia tutto nel saper vedere il soggetto ed essere in grado di trasferire ciò che si è visto ed interpretato in un’immagine che sia non banale.
E’ proprio il caso di dirlo: oggi, nell’era del digitale, certe finezze tecniche sembrano proprio scomparse… Ok, a clubfotografia.com abbiamo già il nostro “trombone” (vero Nando?!!), perciò non starò qui a fare prediche o a parlare “di com’era meglio al tempo che fu”, ma quando mi capita d’imbattermi in qualcosa di semplice in grado di destare il mio interesse, rimango sempre favorevolmente colpito.
Grazie alle caratteristiche ottiche degli obiettivi grandangolari è possibile realizzare delle immagini molto curiose. Infatti, al variare della focale utilizzata (cosa che dovremmo ben sapere) cambia anche il rapporto delle proporzioni dei soggetti posti su piani diversi.
Osservate le fotografie scattate da quel bighellone, compagno di zingarate, che è Massimo Lombardi. Come ho detto poc’anzi, certi effetti ci permettono di conoscere qualcosa di più su chi li ha realizzati e, mai come in questo caso, riusciamo a scorgere la “natura” di chi li ha cercati e messi in atto.
Non si tratta di foto ritoccate al computer, ma di simpatici giochi di prospettiva. Effetti fotografici ottenuti grazie a semplici considerazioni visive sulle dimensioni apparenti dei soggetti. La riprova che il grandangolare non esalti affatto la prospettiva, al contrario, riesca addirittura ad eliminarla quasi del tutto..
Occorrono alcuni elementi fondamentali:
- un grandangolare, anche non spintissimo (28 o 24mm vanno benissimo)
- un ambiente piuttosto vasto (un ampio salone, un giardino, qualsiasi luogo all’aria aperta in cui l’orizzonte sia piuttosto “lontano”)
- un eventuale supporto che faccia da “piedistallo” al soggetto in secondo piano, ma che risulti facilmente occultabile alla vista.
Prima di scattare, affinché l’effetto risulti verosimile, è necessario curare particolarmente la composizione, studiando attentamente l’allineamento dei vari soggetti. Punto di ripresa vicinissimo al soggetto in primo piano e diaframma piuttosto chiuso. Non c’è altro segreto.
Un grazie a Massimo per il contributo iconografico a questo articolo e non solo…
Questo è il link al suo sito.
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