Creare immagini HDR con Photoshop CS5

fig.1: una splendida immagine HDR realizzata da Scott Kelby. Ecco come dovrebbe essere usata veramente questa tecnica... e non a creare quegli pseudo scenari alla Harry Potter che si vedono in giro!
HDR “buono” e HDR “cattivo”…
Nell’ultima setimana abbiamo parlato di scatti multipli, di bracketing, di latitudine di posa e di range dinamico e, tra le altre cose, abbiamo fatto un piccolo excursus sull’importanza di dotarsi di un trepiedi “serio”. Oggi vedremo come sia possibile mettere a frutto le raccomandazioni e i consigli che vi ho fornito, applicando le nostre conoscenze a una tecnica di post-produzione digitale che attualmente sta “spopolando” tra i fotografi digitali: l’HDRI.
Consultando svariati siti Internet che trattano di fotografia, alla voce HDR sono stato capace di trovare soltanto una definizione, scopiazzata e incollata praticamente da un’unica fonte. Lasciando perdere le considerazioni di carattere etico e professionale (chissà chi è stato quel poveretto che si è sforzato a trovare le parole adatte ed è finito per essere miseramente copiato da tutti questi “pseudo-professori digitali”, senza neppure essere citato?! Purtroppo, se pretendiamo la libertà sul web, dobbiamo anche accettare l’appropriazione indebita…), questa benedetta spiegazione non ha del tutto soddisfatto il mio palato esigente, per cui mi sono preso il tempo necessario e ho deciso di ragionare con la mia testa… come dovrebbe fare SEMPRE chiunque.
Pertanto sono approdato alla seguente definizione: in buona sostanza, l’High Dynamic Range Imaging (HDRI o HDR) altro non è che una tecnica di post-produzione digitale che consente di ottenere un file con un range dinamico molto ampio; cioè, l’HDR è un programma in grado di realizzare un’immagine contenente tutte le variazioni di luminosità non catturabili dal sensore (o dalla pellicola) in un singolo scatto.
Esistono due tipi di HDR: quello buono e quello cattivo. Con il primo è possibile espandere il range dinamico di una fotografia (o meglio, di una serie di fotografie) e ottenere una gamma di toni e di luci più ampia rispetto a quella che possono creare le attuali fotocamere digitali. Come risultato si raggiungerà un’immagine più vicina a ciò che vede il nostro occhio. Con il secondo, invece, quello cattivo, potremo trasformare le nostre immagini in fotogrammi che sembreranno usciti da un film di Harry Potter… ed è quello che si vede comunemente in giro in questi ultimi tempi!
Tutti voi penserete che l’HDR “buono” è quello che preferite e che volete imparare a padroneggiarne la tecnica nel miglior modo possibile (e probabilmente in questo momento è anche vero!), ma la tentazione di passare dal reale al surreale compiendo alcuni semplici passaggi, vi assicuro, sarà molto più forte di quanto possiate immaginare… inoltre, sono sicuro che in certi momenti di solitudine, al riparo da sguardi indiscreti, la vostra fantasia comincerà a galoppare e vi ritroverete ad eseguire la mappatura dei toni di qualsiasi foto che vi capiti a tiro! Persino quella sulla carta d’identità! Vedrete…
Fotografare per HDR
Affinchè la tecnica HDR risulti fattibile, dovete innanzitutto ricordarvi che è necessario “fotografare per HDR”. Che cosa vuol dire? Vuol dire che, come prima cosa, bisogna impostare la fotocamera in modo che scatti una serie di fotografie con esposizione a forcella che possano essere utilizzate dal software (Photomatix, Photoshop, ecc.) per creare la nostra immagine HDR. Andiamo per punti:
1. quando fotografate per HDR, scatterete più foto della stessa identica scena (NON foto identiche!) a esposizioni diverse. Dal momento, poi, che queste immagini dovranno essere perfettamente allineate tra loro, l’uso del treppiedi sarà tassativo se si vuole minimizzare questo rischio. Ok, vi ho accennato alle funzioni di allineamento automatico presenti in alcuni programmi di fotoritocco (come Auto-align disponibile dalla versione CS3 in poi di Photoshop) ma, per il momento, facciamo come se non esistessero (è sempre meglio partire da qualcosa che sia più facile gestire, da noi e dal computer, che non affidarci immediatamente alle “cure digitali”).
2. abbiamo detto che per ciascuna foto che scattiamo occorrerà variare l’esposizione, ma non possiamo variare l’apertura, altrimenti la profondità di campo sarà diversa da foto a foto! (vedi: qui) e il risultato finale sarà una foto mossa. Pertanto la modalità di esposizione automatica con priorità di diaframmi è l’unica consentita quando si fotografa per HDR (contrassegnata da “Av” sui modelli Canon e “A” su quelli Nikon, fig.2).

fig.2: il pulsante di selezione della messa a fuoco (manuale o automatica) su di un obiettivo Nikkor (ph. A. Lo Torto)
3. se componente la foto affidandovi alla messa a fuoco automatica, una volta fatto, ricordatevi di spostare l’interruttore della modalità di messa a fuoco sull’obiettivo da automatica a manuale! In questo modo, mentre la fotocamera scatta le fotografie, non correrete il rischio che la messa a fuoco possa cambiare accidentalmente. Chiaro?!
4. impostate il bracketing (come vi ho spiegato nella prima parte di questa serie) e scattate la sequenza.
Creare immagini HDR con Photoshop CS5
Programmi in grado di processare immagini HDR ne esistono ormai a bizzeffe. Inoltre, in commercio sono uscite fotocamere che incorporano direttamente questa funzione (cioè, in grado di scattare tre fotogrammi quasi simultaneamente e poi “sommarli” in un’unica immagine HDR come risultato finale; a quanto pare Canon ha recentemente depositato un brevetto di un apparecchio addirittura capace di realizzare HDR in un singolo scatto! vedremo… si tratta di notizie abbastanza fresche). Comunque, i punti di riferimento di questa tecnologia, per ora, rimangono due softwares molto diffusi di cui uno, Photomatix, ideato specificatamente con questo scopo. Una sua versione in prova gratuita è disponibile a questo link. Ad essere sincero, anche se in giro se ne dice un gran bene, il sottoscritto non è che si sia trovato proprio a suo agio utilizzando questo programma ma, si sa, io sono un vecchio trombone tradizionalista e rimango strenuamente attaccato alle mie convinzioni da matusa… per cui, nel seguente tutorial, vi proporrò la “costruzione” di un’immagine HDR avvalendomi della funzione Unisci come HDR pro [presente nel menù File > Automatizza] della versione CS5 di Adobe Photoshop (vedi fig.3).
NOTE: 1) perché Photoshop CS5 se questa funzione è presente sin dalla versione CS3? E’ presto detto: perché nelle versioni CS3 e CS4 questa funzione faceva schifo! C’è addirittura chi sostiene che “Unisci come HDR pro” sia, tra tutte, la funzione maggiormente migliorata rispetto alle varianti precedenti del programma. Svelato l’arcano. 2) mi scuso anticipatamente se, per caso, nel corso dell’esposizione dovessi commettere qualche “svista linguistica”, ma il Photoshop CS5 in mio possesso è una versione in inglese, pertanto potrebbero generarsi delle discrepanze nella traduzione delle voci di menù. Thank you for being so considerate …
1. una volta cliccato su Unisci come HDR pro, ho selezionato tre immagini scattate con esposizione a forcella di ±2 stop, realizzate con una Canon EOS 1Ds (vedi fig.4): l’immagine non compensata, quella centrale, è stata realizzata a 125 ISO e 1/60 sec.; tramite la modalità a priorità di diaframmi, Av, ho fissato a f/5.6 l’apertura per tutte e tre le foto (vedi fig.5).
2. dopo qualche istante si apre la finestra di dialogo di Unisci come HDR pro con le impostazioni predefinite applicate: sotto l’anteprima principale, potete vedere le tre immagini scelte per creare l’esposizione, mentre in alto a destra è visibile un menù che riporta Adattamento Locale (l’unica opzione che vi consiglio di utilizzare. Le altre sono inutili. fig.6).
3. a questo punto ho modificato le impostazioni predefinite. Buona parte del lavoro di editing consiste nel trovare il bilanciamento ottimale tra i due cursori Bagliore bordo: il raggio controlla la dimensione del bagliore del bordo intorno agli oggetti, mentre l’intensità regola il suo contrasto. Spostate questi due cursori di piccoli incrementi e non avrete problemi (per l’immagine in questione, ho usato rispettivamente 180 px e 0,53).
4. la sezione successiva è quella del Tono e dettagli: se l’esposizione complessiva dell’anteprima vi sembra abbastanza buona e non volete esagerare dando un aspetto troppo “surreale” alla vostra immagine, probabilmente non dovrete muovere troppo il cursore Gamma. Infatti, serve a controllare i mezzitoni e, trascinandolo nelle due direzioni, potrete comprenderne meglio gli effetti (in questo caso, ho mantenuto il valore del Gamma a 1.00). Il cursore Esposizione serve a regolare l’esposizione globale: trascinandolo verso sinistra, l’immagine viene scurita e viceversa (il valore impostato per quest’immagine è di 0.15).
5. il cursore successivo si chiama Dettagli e va utilizzato per aggiungere contrasto ai mezzitoni. E’ agendo su questo che è possibile creare l’aspetto fantasy in stile Harry Potter di cui abbiamo parlato all’inizio dell’articolo: impostandolo sul valore del 300% l’immagine comincerà ad acquisire quel tipico “look HDR” per cui tutti sembrano andare pazzi (e la fotografia comincia a prendere il volo verso altri lidi, come la computer graphics, ad esempio… io sono convinto che questa non sia più fotografia, ma avremo il tempo di parlarne). Le ultime due voci, Ombra e Luce, non hanno effetti notevoli, ma risultano comode al bisogno: trascinando il cursore Ombra verso destra, andremo a schiarire i dettagli in ombra (un po’ come una luce di schiarita o un flash fill-in), mentre con lo spostamento verso sinistra del cursore Luce, scuriremo le parti più luminose della scena (come il cielo plumbeo sullo sfondo della nostra immagine).
6. l’ultima sezione, in basso a dx, presenta due schede: Colore e Curva. Colore contiene i controlli della Vividezza e della Saturazione. Volendo esagerare con lo stile alla Harry Potter potete agire su entrambi, aumentando un bel po’ i relativi valori. Nel caso vi servisse ancora più contrasto, cliccate sulla scheda Curva e “modellate una S”: aggiungete punti alla curva facendo click lungo la diagonale e trascinateli poi verso l’alto o verso il basso (vedi fig.7).

fig.8: risultato della creazione di un file HDR tramite la funizione "Unisci come HDR pro" di Photoshop CS5 (ph.: A. Lo Torto, 2011)
7. cliccando su “Ok”, in basso a destra, il programma elaborerà l’immagine e il risultato (incompleto!) lo potete vedere in fig.8. Nella prossima “lezione” apprenderemo un aspetto di cui molte persone non si rendono conto e che riguarda il processo di post-produzione delle immagini HDR: sì, un secondo ciclo di elaborazione che si completa grazie ad un altro utilissimo plug-in presente in Photoshop CS5, Camera Raw. Vedremo come fare. Inoltre, vi svelerò qualche piccolo trucchetto, utilissimo nel comprendere meglio il funzionamento dell’HDRI. A presto, ALT
P.S. Ricordatevi di salvare l’immagine, mi raccomando! Se volete conservarla in modalità a 16 bit, salvatela come TIFF, altrimenti va bene anche il JPEG. Ciao a tutti.
BIBLIOGRAFIA: Kelby, Scott – Photoshop CS5 per la fotografia digitale, Pearson (2010)
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