Carlo Fei, “Doppia esposizione”. Al Centro Pecci di Milano
di Elisabetta Spinelli
Una serie di fotografie in cui la luce appare ma non illumina. I paesaggi risultano così immersi in una oscurità avvolgente e totale, solcata solo da lampi di luce. La fotografia diventa l’unione della luce all’ombra, del positivo al negativo.
Il progetto espositivo per il Museo Pecci di Milano rappresenta il sesto capitolo di una serie inaugurata da Fei presso lo spazio Zelle Arte Contemporanea di Palermo nel 2008, e sintetizzata nel concetto ambivalente di “Doppia esposizione”, intesa come proposta del suo lavoro fotografico e come intervento ambientale che assume a propria volta valore di opera. Nella sede milanese del Museo Pecci la duplicità del progetto è sottolineata dalla collocazione dei lavori alle due estremità dello spazio espositivo, corrispondenti alle opposte polarità su cui Fei ha concentrato la propria ricerca dal 1998, e inoltre dalla presenza di due serie distinte di lavori, Project Val di Luce (2007-2010) e Papaveri (2011).
Project Val di Luce include il lavoro fotografico, con la sua prerogativa di fissare il momento, e una riflessione sulla “realtà” e sull’impossibilità di arrestare il flusso continuo di vita e morte. Lo sguardo sul paesaggio e la “natura” di tale sguardo, inteso come rivelazione dell’essenza astratta della fotografia in quanto negazione dell’elemento fenomenico, conduce Fei all’unione dialettica dell’apparenza e della sostanza (acqua, terra), della luce e dell’oscurità (Black Light), del positivo e del negativo (Né più né meno).
Papaveri è l’ultima serie fotografica realizzata da Fei, in un personale tributo al testo musicale di Fabrizio De Andrè: “Dormi sepolto in un campo di grano, non è la rosa, non è il tulipano che ti fan veglia dall’ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi”. Ciascun fiore si staglia nitido su fondo nero, ingigantito nella scala e inesorabilmente fissato al punto in cui l’immagine della vita e della morte che esso incarna coincidono e si confondono fra loro, per ribadire ancora una volta il concetto filosofico secondo cui “nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma“, evocato dall’espressione Né più né meno che comprende anche quest’ultima serie di fotografie.
Dal 6 novembre al 10 dicembre 2011 presso il Centro Pecci, Ripa di Porta Ticinese 113, Milano.
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