A Berlino la V edizione del Mese Europeo della Fotografia.
di Elisabetta Spinelli
Il Mese Europeo della Fotografia, in questa sua quinta edizione, penetra nella complessa scena fotografica di Berlino e offre a un pubblico internazionale una vasta gamma di punti di vista.
Proponendosi come una manifestazione onnicomprensiva e concepita come confronto, 110 esposizioni, curate separatamente, apriranno dal 19 ottobre al 25 novembre. Ma entro un progetto espositivo tanto ambizioso, quali sono stati i criteri nella scelta delle agenzie fotografiche e degli spazi progettuali dei musei che prendono parte all’evento?
Innanzitutto l’aderenza al tema proposto quest’anno, che si presenta come presupposto molto interessante a prescindere dal medium in questione, ma che alla fotografia si adatta particolarmente bene: “La Visione degli Altri“. La priorità nella selezione è stata quella di mantenere eterogeneità e diversità nei profili istituzionali degli enti partecipanti. Obiettivo degli organizzatori è presentare la fotografia in tutti i suoi modi di produrre un’immagine, dalla stenoscopia agli scatti realizzati col telefono cellulare. L’intento è dunque un’interessante commistione tra alto e basso, che vuole gettare uno sguardo complessivo su una disciplina artistica che giorno dopo giorno sta assumendo un carattere dominante nella vita di tutti e che tra i suoi principali vantaggi ha proprio la possibilità di essere praticata da chiunque, se non altro a livello amatoriale.
Il Mese Europeo della Fotografia, concentrandosi sul potenziale della scena fotografica in crescita di Berlino, non solo evoca temi enormemente affascinanti e insiti nella fotografia stessa, ma li colloca all’interno di un progetto su scala europea dal titolo “distURBANces: can fiction beat reality?“, che coinvolge quest’anno Bratislava, Budapest, Lubiana, Lussemburgo, Parigi e Vienna e il cui tema centrale sono i cambiamenti della pratica fotografica nella connessione globale del mondo digitalizzato. Gli argomenti in questione sono moltissimi, dalla costruzione di un’identità all’esotismo, poiché localizzarsi culturalmente significa anche definire una non appartenenza a quanto non ci è familiare, in sostanza lo sguardo degli altri.
Vista l’ampiezza del tema, esperti e curatori terranno dibattiti nella cornice dell’evento.
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