7 consigli pratici e veloci per fotografare fulmini e saette
Abbiamo parlato di nebbia, di ghiaccio e distese di neve, di sole splendente a mezzogiorno e di cieli velati da coltri nuvolose, oggi, è il turno dei fulmini e delle saette… Certo, trattandosi di un evento naturale tra i più imprevedibili, la caduta di un lampo costituisce per il fotografo naturalista una sfida davvero unica. Tutti noi abbiamo ammirato, almeno una volta, belle fotografie scattate durante delle tempeste elettriche e, molto spesso, ci siamo domandati come sia stato possibile realizzarle. Non è così facile ed intuitivo come si possa pensare, ma neppure troppo complicato. Come sempre, è necessaria un minimo di teoria e qualche accorgimento a cui fare riferimento. Vediamoli insieme.
7 consigli per fotografare i lampi durante un temporale
1. Usare un sostegno stabile. Tutti i consigli dati a proposito del treppiedi sono validi. Leggete il nostro “elogio” e capirete. Comunque sia, una qualsiasi superfice sufficientemente ferma da evitare che la fotocamera si muova durante la fase di scatto farà ugualmente il suo lavoro (un tavolo, una sedia, il davanzale di una finestra, il tetto della macchina, ecc.).
2. Tempi di scatto lunghi. A causa dell’imprevidibilità e dell’elevata velocità del fenomeno (un fulmine, in media, ha una durata di qualche decimo di secondo), scattare una foto premendo il pulsante della fotocamera nel momento esatto in cui il nostro occhio si accorge del lampo e pretendere di ottenere qualcosa di decente è una vana speranza. In base alle caratteristiche della vostra macchina fotografica e, in particolare, all’efficienza della funzione di riduzione del rumore, impostare un tempo di una trentina di secondi si rivela una scelta appropriata. La posa B – se prevista dalla fotocamera e se siete padroni della tecnica di scatto con il comando flessibile – è l’alternativa migliore. Inoltre, i problemi di profondità di campo saranno praticamente nulli, trattandosi di soggetti sicuramente in lontananza.
NOTA: In commercio esistono dei simpatici aggeggini che, abbinati ad alcuni modelli di macchina fotografica, riescono a far scattare la tendina dell’otturatore sincronicamente al lampo, ma…
- costano un mucchio di soldi
- che io sappia sono compatibili solo con poche marche e tipi di fotocamere (le grosse reflex 35mm)
- sinceramente non sono convinto che funzionino anche con gli apparecchi digitali (ma non ci metterei la mano sul fuoco)
Perciò ne sconsiglio l’acquisto.
3. Alzare/abbassare l’orizzonte. E’ noto che un’inquadratura “classica” di un panorama notturno o di un tramonto preveda che due terzi del fotogramma siano riservati al cielo, mentre il terzo restante – quello in basso, dalla linea dell’orizzonte in giù – sia riempito dal “paesaggio terrestre”: colline, montagne, mare, città, ecc. (vedi disegnino e quanto detto a proposito della regola dei terzi). In funzione di quanto il nostro punto di ripresa si trovi più o meno vicino dal luogo di caduta del fulmine (una certa distanza è ovviamente consigliabile!), sarà bene modificare lo schema classico dei terzi, magari, includendo più cielo o più terra a seconda dei casi. Un soggetto poco comune come quello dei lampi merita un’inquadratura tutt’altro che banale.
4. Includere sempre un punto d’interesse. Dei punti d’interesse abbiamo già parlato, comunque voglio ricordarvi che sebbene il nostro soggetto principale siano ovviamente i lampi nel cielo, non dimenticatevi mai d’includere nella scena qualche soggetto secondario che possa dare più forza all’immagine. Se state fotografando una città, gli edifici sono certamente la scelta d’elezione, ma qualsiasi altro soggetto (alberi, colline, ecc.) in grado di dimensionare l’entità del fenomeno, andrebbe sicuramente considerato con particolare attenzione.

Una delle prime immagini che ho scattato e venduto da professionista… vent’anni fa, avevo una Nikon F3 (ph.: A. Lo Torto, 1991)
5. Fuoco manuale. La messa a fuoco manuale è preferibile. Perché i temporali migliori, quelli col maggior contrasto, si svolgono in condizioni di luce complessiva piuttosto scarsa (di notte o, ancora meglio, nelle ore serali che precedono il tramonto) per cui è consigliabile non far “perdere tempo” alla fotocamera, facendola cercare qua e là, alla caccia di qualcosa da mettere a fuoco… a meno che non abbiate un soggetto vicino che volete includere nella foto.
6. Combinare le immagini! Scattando con un treppiedi e mantenendo fisso il punto di ripresa, provate ad utilizzare un software in grado di combinare le immagini prodotte, magari addirittura con la tecnica HDRI. Vedrete che risultati!
7. Siate pazienti. La calma è l’arma dei forti, diceva sempre mio padre. Se non riuscite la prima volta, ritentate una seconda ma, soprattutto, imparate dagli errori cercando di non commetterli ancora. Prendete confidenza con l’attrezzatura a vostra disposizione. Vi sarà utile nei momenti di concitazione, quando bisognerà essere svelti a scattare.
In fondo fotografare i fulmini non è una cosa difficile. I tuoni invece sì…
A presto, ALT
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