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5 consigli per quando si scatta sulla neve (da non prendere troppo alla leggera) | Club Fotografia

5 consigli per quando si scatta sulla neve (da non prendere troppo alla leggera)

Seconda Parte

piz lunghin

Mi piace molto questa foto scattata dal mio amico Enzo Marchiaro sul Piz Lunghin. Un bel controluce. Storie di alta montagna…

Quest’oggi concludiamo il nostro discorso sulla fotografia alla neve e sulla neve, iniziato la scorsa settimana e culminato con la critica costruttiva alle fotografie scattate da un amico di clubfotografia.com, il simpatico e disponibile Tullio Zocchi. Affronteremo in 5 punti veloci alcuni temi apparentemente banali (come quello del freddo e delle basse temperature), ma che se si finisce per sottovalutare possono creare problemi anche molto seri. Datemi retta.
1. Due dritte se scattiamo con una semplice “macchinetta”
Per le fotocamere di fascia medio-bassa, il problema dell’esposizione sulla neve è senza dubbio più difficile da risolvere, in quanto le possibilità di intervenire manualmente sui parametri sono molto ridotte. Comunque,
  1. qualche fotocamera dispone di pulsanti che permettono di operare una parziale compensazione del controluce (i modelli della Lumix, oggi, ne sono sicuramente dotati, così come le piccolissime e stupidissime Nikon Coolpix… è un sistemino che aveva anche la Canon AL-1, trent’anni fa!): in pratica, premendo il bottone, la macchina sovraespone “volontariamente” di 1-1,5 stop. Niente di che, semplicemente un piccolo stratagemma utile, appunto, nelle situazioni di controluce e che può efficacemente essere impiegato anche sulla neve, specialmente quando effettuiamo un’inquadratura di un soggetto circondato da un’ampia area di bianco intenso.
  2. un’altra soluzione potrebbe essere quella di ridurre le possibilità di errore della nostra camerina digitale avvicinandoci al soggetto e facendogli riempire quanta più inquadratura la nostra vena artistica ci consente in quel momento… con un obiettivo zoom, questa operazione sarà facilitata dalla possibilità di restringere il campo sul soggetto senza doverci necessariamente spostare da dove siamo. Logico. Disponendo di un tastino di memoria esposimetrica, premetelo una volta riempita l’inquadratura e poi ricomponete l’immagine prima dello scatto.
antonio lo torto, www.theredeer.it
Simbolo della funzione di compensazione dell’esposizione in controluce (Nikon) e pulsante di blocco dell’esposizione sui modelli Canon EOS
Attenzione: Leggete i manuali d’istruzioni! Cercate nell’indice la parola “controluce” (o backlight, in inglese) e guardatevi quale pulsantino premere in questi casi. Nei modelli Coolpix della Nikon, ad esempio, è una funzione presente nel menù di settaggio del flash ed è indicata dal simbolo qui accanto. Stessa cosa per il tasto di memoria esposimetrica (in figura: il tasto di blocco dell’esposizione sui modelli Canon EOS). Molte volte non sappiamo di avere cose che invece abbiamo… e ce la prendiamo con il fabbricante, nostra suocera o lo zio Peppino. Documentatevi prima e poi, nel caso, bestiammate. Non fate il contrario.
2. Attenzione al freddo comune…
fotografia neve, www.clubfotografia.com, www.theredeer.it

Continua la serie di foto scattate col telefonino, Nokia N95… incredibile! A. Lo Torto – 2011

Chi vuole fotografare distese innevate e paesaggi imbiancati da un candido manto, da un lato, deve fare attenzione alle esigenze tecniche della ripresa, dall’altro, deve fare i conti con le condizioni ambientali. Freddo e apperecchi elettronici non vanno d’accordo. Anche se i problemi che affliggono i fotografi della neve non sono più quelli di una volta, ancora oggi qualche inconveniente può essere causato dal freddo e dall’umido. Ma, come per i motori diesel che hanno ormai praticamente vinto la loro battaglia contro le basse temperature, anche in fotografia il miglioramento della tecnologia dell’alimentazione ha ormai eliminato buona parte delle problematiche tipiche dei climi rigidi. Perlomeno nelle normali condizioni di freddo climatico (non inferiori ai 10 sotto zero) non si registrano più grandi disagi. Basta seguire qualche banale precauzione:
1. con il freddo qualsiasi batteria fa più fatica ad erogare corrente, e quelle mezze scariche si esauriscono molto più in fretta che non in condizioni normali. Pertanto verificate di frequente lo stato di carica delle batterie e, magari, scegliete un tipo di batteria che garantisca buone prestazioni anche alle basse temperature. Quindi accumulatori ricaricabili al Ni-Cd (nichel-cadmio) o Ni-MH (nichel-metallo idruro) al posto delle più comuni alcaline oppure, in assoluto le migliori, pile al Litio (costano un botto, lo so, ma su Internet si trovano delle alternative abbastanza abbordabili).
2. il sottoscritto patisce il freddo specialmente alle estremità (mani e piedi) e doversi togliere e mettere i guanti ogni volta che c’è da scattare una foto in montagna, alla lunga, gli provoca dei crampi da congelamento davvero insopportabili. Ho risolto indossando dei sottoguanti in seta sufficientemente leggeri da consentirmi di lavorare senza dovermeli sfilare (non intralciano più di tanto il lavoro sui pulsanti della fotocamera), in più sono un’ulteriore barriera contro il freddo sotto ai guantoni da sci. L’esperienza in motocicletta insegna.
3. borse e accessori spesso intralciamo i movimenti, soprattutto se ci si sposta sugli sci. Una buona soluzione potrebbe essere un vest molto tecnico da indossare sopra la giacca a vento; date un’occhiata a questo modello della Lowepro (S&F Vest Harness), decisamente non bello, ma davvero risolutivo nel garantire la massima mobilità al fotografo-sciatore.
Salvo in particolari condizioni di pioggia o neve molto dense, in cui l’umidità estrema tende a condensarsi sui contatti elettrici e a mettere in crisi i circuiti elettronici, per il resto ormai tra le moderne digitali e le reflex tradizionali (elettroniche o meccaniche) non c’è più una grande diversità di comportamento in condizioni invernali “normali”.
3. …ma soprattutto al freddo estremo

Un’altra spettacolare immagine del nostro amico Tullio Zocchi: un “mare” di neve e nuvole a Les 7 Laux

Il termometro a –20 o –30 gradi è abbastanza comune in alta quota (il 7 dicembre 2001 ho voluto provare personalmente cosa si provasse a –37°. Ero in Svizzera, in Alta Engadina. Vi assicuro che la sensazione è stata davvero “frizzante”…). Ed è proprio in queste situazioni che le batterie creano problemi seri. Molto dipende dal tipo di alimentazione di cui dispone la vostra fotocamera. Qualche anno fa, molto interessanti erano i cosiddetti battery pack (come il Digimax Li-ion Battery Pack di Samsung), utilizzabili con la maggior parte delle fotocamere sul mercato avevano un tempo di ricarica molto breve (90 minuti circa). Uno dei vantaggi maggiori, oltre all’incredibile autonomia, era la possibilità di tenersi in tasca le batterie, preservandole così dal freddo e rendendone più stabile l’erogazione di energia. Sinceramente non so dove la tecnologia sia arrivata in questa direzione (è un po’ di anni che non vado sulla neve col proposito di scattare fotografie come professionista), ma immagino che le cose siano migliorate ancora. M’informerò e vi farò sapere… se intanto qualcuno sa qualcosa di più preciso è pregato di farcelo sapere. Grazie.
Non dimenticate che anche il fotografo ha le sue esigenze: copritevi adeguatamente. Quando la temperatura scende sotto i – 10 gradi le cose diventano complicate. Certo, la predisposizione e l’abitudine fanno tanto, ma sfido un eschimese a resistere al freddo delle Dolomiti… poco coperto. Se avete intenzione di stare sulla neve per periodi piuttosto prolungati (intendo oltre i 60-90 minuti fuori al freddo) e soprattutto se le vostre inquadrature esigono un attenta preparazione e periodi di stasi di parecchi minuti, pianificate di spendere un po’ di più in abbigliamento tecnico. Follow the links:
  1. North Face (http://eu.thenorthface.com/tnf-eu-en/cover/)
  2. Patagonia (http://www.patagonia.com/us/search/snow%20clothes?src=pkw&netid=2 )
  3. Museum (http://www.museumtheoriginal.com/) TOP!!! Carissima, ma eccezionale…
  4. Colmar Neve (http://www.colmar.it/neve/index.php#?id=home&LG=IT&st=&)
  5. non mi viene in mente niente di meglio…
4. Il solito lampo di schiarita (fill-in flash)
Specialmente quando scattate dei ritratti sulla neve, il “solito” fill-in flash può essere molto utile e a volte risultare persino determinante. Riducendo il gap di luminosità tra sfondo e soggetto, consente di ottenere un’immagine molto più ricca di dettagli (e conseguentemente più piacevole). I moderni sistemi automatici di controllo dell’espozione flash forniscono soluzioni apprezzabili e spesso non bisogna neppure intervenire manualmente sui livelli di emissione del lampo. Nella maggior parte dei casi, il piccolo flash integrato nella fotocamera è più che sufficiente per ottenere un’adeguata schiarita delle ombre, ma tenete presente che con le fotocamere più sofisticate è anche possibile scindere le impostazioni di correzione dell’esposizione flash da quelle della macchina stessa (argomento interessante di cui parleremo presto). Comunque sia, dal momento che controllare questa tecnica non è così semplice, è sempre meglio sfruttare la caretteristica più didattica che il digitale è in grado di fornirci: la possibilità di controllare il display della macchina fotografica e verificare il risultato ottenuto. 🙂 … viva il digitale!Ovviamente, il fill-in flash è utilizzabile in modo molto proficuo anche con le “macchinette” compatte: basta impostare preventivamente la modalità flash forzato per ottenere l’emissione del lampo anche in situazioni di luce intensa.
5. Neve, notte, foto…
fotografia neve, www.clubfotografia.com, www.theredeer.it

Via Chavallera di A. Lo Torto, 1997

Sotto il soffice manto della neve tutto assume un aspetto più piacevole, un’insolita atmosfera fiabesca, in particolare quando di notte la neve che fiocca gioca con la luce dei lampioni. Se per la classica baita coperta di neve e illuminata dalla luna c’è tempo da dicembre a marzo, un’attenzione particolare dovrebbe essere rivolta al periodo delle festività, con i mercatini, le luminarie, gli addobbi vari che assumono un aspetto molto più “natalizio” se opportunamente ricoperti di neve… (abbiamo detto in proposito: Arrivano le feste: 10 suggerimenti per scatti di Natale… coi fiocchi!). In queste fotografie notturne la neve non richiede le ingenti correzioni di esposizione altrimenti necessarie di giorno; rimangono comunque valide le solite raccomandazioni di quando si fotografa di notte:
  1. treppiedi per garantire immagini nitide anche con tempi lunghi;
  2. non usare il flash (a meno di non ricercare effetti particolari); nella maggior parte dei casi il flash è da evitare, perché rovina l’atmosfera delle immagini; inoltre, in caso di intensa nevicata, può addirittura creare un vero e proprio “muro bianco” davanti all’obiettivo.
  3. ai meno esperti conviene affidarsi agli automatismi predisposti proprio per la fotografia notturna. Dove possibile, sovraesporre di 1-1,5 stop.

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