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Un po’ di moto: impariamo il “panning” e il mosso intenzionale | Club Fotografia

Un po’ di moto: impariamo il “panning” e il mosso intenzionale

Quest’immagine di Umberto Fistarol mi piace molto: ottima luce, bella inquadratura, idea del movimento azzeccata in pieno. Bravo!

di Antonio Lo Torto

Le foto d’azione sono fra le più dinamiche ed eccitanti che si possano fare. Molte volte, però, scattarle può risultare estenuante e affinchè risultino ben realizzate occorre una certa riflessione e una buona dose di capacità tecnica.

Un giocatore “congelato” a mezz’aria mentre calcia il pallone o una auto da Formula Uno che sfreccia davanti alle gradinate “mosse” sono sicuramente una bella sfida a cui, presto o tardi, quasi tutti gli appassionati di fotografia hanno fatto un pensierino.

Decidete come rappresentare l’azione

Pensate al risultato che desiderate, poi applicate una delle tecniche che illustriamo più avanti. Facciamo qualche esempio:

  • a volte potreste desiderare che la dinamica di un movimento rimanga impressa nitidamente sul fotogramma e che ogni dettaglio del soggetto in attività risulti chiaramente leggibile, affidando l’idea di velocità ad altri elementi dell’immagine: il giocatore di calcio a mezz’aria dell’esempio precedente è chiaramente in movimento, perché né lui né il pallone possono rimanere sospesi per più di qualche frazione di secondo.
  • in altri casi potreste preferire un effetto di mosso allo sfondo, per comunicare il senso della velocità: se “congelaste” la Ferrari con un tempo di scatto troppo breve, il risultato finale sarebbe identico a quello dell’auto ferma sulla pista prima della partenza del GP… bella noia!

Congelare l’azione

Lo strumento più importante per “congelare” un’azione è il tempo di esposizione breve. Quanto breve? Vi rispondo subito. La rapidità del tempo di esposizione dipende:

  1. dal soggetto e dall’angolo di ripresa che mantenete rispetto ad esso: un atleta che corre non richiede, ovviamente, la stessa velocità della McLaren di Hamilton all’autodromo di Monza! E la stessa auto, se viene nella vostra direzione o si allontana, non ha bisogno di un tempo di scatto rapido come quello che richiederebbe se la riprendeste con una angolo di 90°.
  2. dal tipo di obiettivo che state utilizzando: un soggetto si muoverà logicamente più piano se inquadrato con un grandangolare, mentre sembrerà molto più veloce se ripreso attraverso un teleobiettivo (lascio a voi capire il perché…). Quindi, nel primo caso, potrete usare una velocità di scatto inferiore.

 

Idea del movimento centrata in pieno… peccato l’inquadratura verticale! (ph.: Tiziana Boscaino)

Attenzione! Cercate di non sottovalutare mai la profondità di campo. Dal momento che mettere a fuoco soggetti in movimento rapido non è certamente una cosa facile, una combinazione tempo/diaframma che contemporaneamente congeli l’azione e ci consenta una certa elasticità di messa a fuoco è ciò a cui dobbiamo aspirare. Se non riuscissimo a trovarla per mancanza di luce, impostiamo un sensibilità ISO superiore. Oppure, spostiamoci in modo che il soggetto venga nella nostra direzione e possa essere “fermato” con un tempo di scatto più lento.

In alcuni casi, però, affinché il nostro soggetto appaia nitido su uno sfondo sfocatissimo, potrebbe essere necessaria una profondità di campo molto ridotta. In questa situazione è d’obbligo un’apertura del diaframma molto ampia e il modo migliore per essere certi della messa a fuoco è trovare una posizione davanti alla quale il soggetto passerà sicuramente, e prepararsi. A questo punto metteremo a fuoco su qualcosa alla stessa distanza del soggetto e aspetteremo che quest’ultimo entri nell’inquadratura… facile, no?! Oggi come oggi, quasi tutte le reflex digitali di marca sono provviste di focus trap: un aggeggino elettronico che consente all’otturatore di scattare appena appare qualcosa su un piano focale predeterminato. Consultate il manuale d’istruzioni della vostra macchina fotografica.

In ogni caso, ricordatevi sempre di regolare manualmente PRIMA i valori di esposizione, in modo da non dover attendere la reazione dell’esposimetro incorporato quando il nuovo elemento entrerà nell’inquadratura.

Nota Bene: se quel che vogliamo fotografare si muove molto rapidamente, sarebbe utile guardare con un occhio nel mirino e, con l’altro, seguire il movimento del soggetto in avvicinamento. Se aspettate che compaia nell’inquadratura, potreste correre il rischio di fotografare soltanto la coda… oppure niente del tutto!

Sfruttare il movimento

Questo falco pellegrino di Massimiliano Belloli sarebbe stato perfetto se il soggetto fosse apparso un pelino più nitido. Cmq era difficile. Bravo!

Il movimento di un soggetto può essere “sfruttato” in modo creativo per realizzare immagini dinamiche “seguendo” il soggetto con la macchina fotografica (panning), oppure sfocandolo. Nel primo caso cercherete di mantenere il soggetto, tutto o in parte, il più possibile nitido e lo sfondo mosso; nel secondo lascerete che sia proprio il movimento del soggetto stesso a creare l’effetto di mosso. Vediamoli nel dettaglio.

Il Panning

Per realizzare un panning efficace è necessario che macchina fotografica e soggetto si muovano alla stessa velocità relativa l’una rispetto all’altro: il risultato è un’immagine che cattura un soggetto nitido su uno sfondo mosso. A livello pratico, diciamo subito che il panning migliore si ottiene in condizioni di luce piuttosto scarsa. Rapidità di scatto e velocità dipendono entrambe dal movimento e dalla distanza del soggetto dal punto di ripresa: generalmente, un tempo di esposizione fra 1/4 e 1/30 di secondo si rivela quasi sempre una scelta azzeccata per il panning.

Ho scansito questa foto dal giornale dell’università su cui me l’avevano pubblicata… 300 anni fa! (ph.: A. Lo Torto – Boston 1991)

Per prima cosa trovate la “posizione giusta”: un buon punto di ripresa del luogo in cui sapete che passerà ciò che volete fotografare e lo sfondo desiderato. Poi, selezionate tempo di scatto e apertura del diaframma per ottenere l’esposizione corretta. Puntate la fotocamera e inquadrate come meglio credete, badando di mettere a fuoco su qualcosa che si trova alla stessa distanza in cui passerà il soggetto. Nel momento in cui il soggetto si paleserà seguitelo con l’obiettivo lungo il suo percorso fino al punto prestabilito per lo scatto. Ruotate le anche verso destra o verso sinistra (a seconda che stia andando in un senso o nell’altro), ma ricordatevi di non muovere i piedi! Inoltre, non fermatevi quando rilasciate l’otturatore, ma finite il movimento. Il panning richiede una certa pratica. Con una reflex digitale il mirino si oscura quando esponete il sensore e, a tempi di esposizione lunghi, ciò potrebbe apparire sconcertante: è difficile seguire il soggetto quando non lo vedi più!

Un bel panning del nostro amico, il “maestro” Vincenzo Sculli. Centrata la nitidezza del soggetto, peccato quel guard-rail in primo piano…

Esercizio utile. Piazzatevi all’angolo di una strada e provate a fare il panning seguendo le auto che passano. Provate con tempi di esposizione diversi e confrontate i risultati.

Foto mosse

Dal momento che il movimento stesso è il soggetto delle fotografie che volete ottenere, l’oggetto che si muove – e di cui volete immortalare l’azione – diventa una sorta di “macchina impressionistica”, a volte riconoscibile a malapena. Le fotografie mosse si ottengono con tempi di esposizione lunghi: di solito 1/8 di secondo o più. Esattamente come per il panning, in condizioni di luce brillante, la prima cosa da fare è impostare una sensibilità ISO molto bassa.

Al limite, per aumentare l’effetto “mosso”, potreste “far tremare” deliberatamente la fotocamera in fase di scatto, ma dato che nel 99% dei casi non si conosce il risultato finale, le alternative sono due: o scattate un mucchio di foto, o lasciate perdere. Decidete voi.

Usiamo il flash

Panning e mosso combinati alla Engandin Ski Marathon (ph.: A. Lo Torto, 1993)

Combinare panning o “effetto mosso” con un flash (incorporato o esterno che sia) è un’ottima idea per realizzare immagini molto dinamiche. Sia seguendo il soggetto, che tenendo la fotocamera ferma, cercate sempre di usare tempi di esposizione lunghi se volete creare movimento e, contemporaneamente, congelate il vostro soggetto con l’ausilio del lampeggiatore elettronico.

Le condizioni di luce scarsa sono quelle che, di solito, ci consentono di ottenere i risultati migliori: settando l’otturatore a 1/15 di secondo o più (dipende da quanto volete che la vostra foto sia “mossa”) e sincronizzando il flash sulla prima tendina, otterrete sicuramente ciò che cercate. Vediamo come: misurate la scena da fotografare come fareste di solito, impostando il tempo a 1/15 di secondo (o ancora più lento) e selezionando la corretta apertura del diaframma (se volete dare al soggetto un po’ più di “rilevo”, sottoesponete di 1/3 o al massimo di 1/2 stop).

Un bel “mosso” di Michele Cantelmi, ma togli quella cornice per favore!

Sperimentate… come sempre. Provate intorno a casa vostra: in questo periodo invernale le piste di pattinaggio sono l’ideale. O il vicino che rastrella le foglie cadute sul prato… Tentate tempi di esposizioni anche di un secondo o più. Fidatevi.

Ringraziamenti che vanno agli amici di clubfotografia.com per aver prontamente risposto alla nostra richiesta di “foto dinamiche”: Umberto Fistarol, Tiziana Boscaino, Michele Cantelmi, Massimiliano Belloli, Vincenzo Sculli e Massimo Lombardi.

Come faremmo senza di voi?! Mah…?!

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