Teoria della corretta esposizione: il “tono medio” e la regola del sole a f/16
Praticamente tutte le moderne fotocamere hanno un esposimetro incorporato e dispongono delle funzionalità di selezione delle “modalità di esposizione classiche”:
- P – programma di esposizione automatica (AE, auto exposure): regola automaticamente i valori della coppia tempo/diaframma in base alla sensibilità ISO impostata sulla fotocamera e alla misurazione della luce effettuata. Come abbiamo già detto, è possibile modificare la combinazione apertura diaframma/velocità di scatto mantenendo invariato il valore dell’esposizione (vedi: Teoria della corretta esposizione – Tempo e diaframma: The Odd Couple).
- Tv – esposizione automatica con priorità dei tempi di scatto (“Tv” sta per Time value): in questa modalità è possibile impostare manualmente la velocità di scatto dell’otturatore, mentre il valore di apertura del diaframma viene determinato automaticamente sempre in funzione della sensibilità ISO impostata sulla fotocamera e della luminosità del soggetto. Una velocità dell’otturatore elevata consente di riprendere il movimento di un soggetto che si sposta rapidamente (“congelandolo”); con una velocità ridotta, il soggetto apparirà sfocato per dare l’impressione del movimento.
- Av – esposizione automatica con priorità del diaframma (“Av” sta per Aperture value): in questa modalità è possibile impostare manualmente il valore di apertura del diaframma desiderato, mentre il tempo di scatto dell’otturatore viene determinato automaticamente sempre in funzione della sensibilità ISO impostata sulla fotocamera e della luminosità del soggetto. Ad un’apertura del diaframma maggiore (numero “f/” inferiore) corrisponde uno sfondo sfocato: minore è il valore di f/, tanto più sfocato apparirà lo sfondo. Al contrario, quanto più chiuderemo il nostro diaframma (numero “f/” superiore), tanto più i soggetti in primo piano e quelli sullo sfondo risulteranno a fuoco e maggiormente nitidi (indipendentemente dalla loro distanza). In certe situazioni, può essere molto utile effettuare un controllo visivo della profondità di campo per mezzo dell’apposito pulsante presente su molti modelli di SLR.
- M – esposizione manuale: in questa modalità tanto la velocità di scatto dell’otturature, quanto l’apertura del diaframma vengono impostati direttamente dal fotografo. Oggi vedremo alcuni metodi per determinare i valori di esposizione corretti.
Grazie alle modalità di esposizione presenti sulle fotocamere, si può essere portati a pensare che sia sufficiente accendere l’apparecchio, puntare, scattare e ottenere delle immagini ottime. Una volta, un fotografo mio conoscente mi disse che secondo lui la “P” marcata sul selettore dei modi di esposizione della sua fotocamera significava “il modo da usare per avere esposizioni sempre Perfette“…. la verità, invece, è che se si lascia il computer della macchina fotografica prendere tutte le decisioni al posto nostro NON è sicuramente il metodo migliore per ottenere l’esposizione più corretta (come diceva un mio carissimo amico americano: esiste un sistema facilissimo per esporre in qualche modo la pellicola: basta aprire il dorso della camera prima di averla riavvolta!).
Le fotocamere non sono in grado di pensare. Non sanno cosa voi state fotografando e nemmeno conoscono come voi vorreste che fosse l’immagine finale. Scattare fotografie sempre mantenendo l’esposizione “suggerita” dall’esposimetro automatico della fotocamera è un modo rapido per ottenere… una schifezza! Ad una esposizione corretta si può arrivare in due modi:
1. Misurando con un esposimetro
2. Stimando la luce dell’ambiente
Valutando l’lluminazione a stima ci si presenta un problema abbastanza ovvio: in esterni, il livello dell’intensità luminosa è variabile. Anche se fosse costante, per determinare un’esposizione corretta bisognerebbe effettuare una serie di test: potreste scattare con tutte le combinazioni di tempo/diaframma possibili e giungere alla prefezione attraverso questo metodo sperimentale… molto poco pratico. Esiste un trucchetto induttivo, molto efficace per stimare l’esposizione ottimale quando ci troviamo ad un livello d’illuminazione noto e costante: la luce solare diretta. Sotto capiremo come si fa, ma prima vediamo un concetto non semplice, ma utile e fondamentale:
Che cosa s’intende per TONO MEDIO?
Il principio di valutazione della quantità di luce da parte degli esposimetri è tarato per restituire, ad ogni differente sensibilità ISO impostata, una gamma cromatica o b/n pari al 16-18% della luce incidente, quindi un valore medio: in poche parole, né troppo chiaro, né troppo scuro. In futuro vedremo nel dettaglio e con dovizia di particolari cosa significa quello che ho appena detto, per ora vi basti sapere che la misurazione migliore per ottenere la resa esposimetrica più fedele al reale va effettuata su quel particolare della scena da riprendere che presenta appunto un cromatismo di tono medio che, come ho appena detto, non è né troppo chiaro, né troppo scuro. Le gradazioni tonali non vanno solo dal nero al bianco, ma dal colore molto scuro al colore molto chiaro. Giusto al centro, a metà strada tra questi due estremi, si trova il tono medio di qualsiasi colore: perciò avremo sì un grigio medio, ma anche un verde medio, un rosso medio, un azzurro medio, ecc. (per noi che non facciamo solo foto in bianco e nero…). Qui accanto abbiamo un esempio di test per controllare la taratura dell’esposimetro per mezzo del tono medio: scelto un tono medio in base alla luce del momento, la pianta di elleboro, l’ho fotografata cinque volte in luce piena e uniforme (con la camera sul treppiedi, ovviamente) cambiando soltanto l’impostazione della sensibilità ISO. A questo punto sono stato in grado di scegliere la regolazione della macchina che preferivo, cioè quella che, secondo me, mi restituiva un soggetto in tono medio in un’immagine in tono medio (!).
La regola del sole a f/16
Prima premessa: in una giornata limpida e luminosa, a partire da 2 ore dopo l’alba e fino a 2 ore prima del tramonto, l’esposizione perfetta, con qualsiasi sensibilità ISO, per un soggetto di TONO MEDIO illuminato direttamente da una luce solare intensa è data dalla regola del sole a f/16.
Seconda premessa: il soggetto dev’essere di dimensioni sufficientemente grandi da superare almeno la taglia di un gatto; la luce deve provenire da dietro le spalle di chi sta scattando la fotografia e colpire il soggetto frontalmente.
Per cui, date le suddette premesse, la regola del sole a f/16 dice che: con il diaframma aperto a f/16, l’esposizione corretta è data dal valore del tempo di scatto più vicino al reciproco della sensibilità ISO impostata, cioè:
diaframma a f/16 => tempo di scatto = 1/ISO
Esempi: 1) state fotografando con sensibilità impostata a 50 ISO (o con una Fujichrome Velvia), se le condizioni sono quelle adatte ad applicare la regola, allora: diaframma a f/16 e tempo = 1/60 di sec. 2) state fotografando con sensibilità impostata a 200 ISO (o con una Kodak Ektachrome), se le condizioni sono quelle adatte ad applicare la regola, allora: diaframma a f/16 e tempo = 1/250 di sec. (sì, perché 1/60 e 1/250 sono i tempi più prossimi corrispondenti al reciproco delle sensibilità adottate, rispettivamente 50 e 200 ISO), ecc.
Nota Bene
1. Queste esposizioni valgono per un soggetto di TONO MEDIO, né troppo chiaro, né troppo scuro.
2. Ricordate che state stimando l’esposizione, NON la state misurando! e che state fotografando in pieno sole…. per cui una lettura di raffronto anche sull’esposimetro della fotocamera sarebbe buona norma.
3. Questa regola è stata formulata ai tempi andati della pellicola, ma è ancora valida nell’era dei sensori digitali
4. Ricordate sempre che la regola del sole a f/16 è valida se e solo se: la luce è intensa, la giornata è limpida e luminosa e il sole è ben alto sull’orizzonte; NON funziona all’alba o al tramonto, né con la macrofotografia…. chiaro?!?
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