Prove: Canon PowerShot S100… un’ottima telecamera!?
di Tonino Bettini
Cominciamo con un curioso caso di omonimia, ringraziando Canon per il meraviglioso esempio di quello che non si deve fare: riutilizzare il nome di un modello precedente per uno nuovo!
Spieghiamoci: in USA le Ixus si chiamano anche PowerShot, e anche la “vecchia” Digital Ixus si chiamava PowerShot. Questo ha creato numerosi problemi. Il lato divertente è che alcuni colleghi che hanno un sistema di ridenominazione automatica delle immagini hanno pubblicato gli articoli sulla nuova S100 abbinandogli le immagini della Digital Ixus… Il lato spiacevole è che i dati sono impazziti! Nella comparazione dei prezzi, ad esempio, è capitato che alcuni che cercavano la Digital Ixus, trovavano i dati della S100. Per non parlare delle schede tecniche, poi: stesso disastro. Alcune ci davano le caratteristiche della Digital Ixus, altre quelle della S100.
Niente di grave, ma comunque un bel disguido che obbliga i consumatori ad aumentare la prudenza nel momento in cui leggono o cercano un’informazione, disagio che avrebbe potuto essere evitato se Canon avesse avuto un minimo di memoria storica. Tutto questo ci ricorda una diatriba già avvenuta: tutti i costruttori dovrebbero far loro il principio di non riutilizzare mai lo stesso nome per un prodotto diverso, qualunque sia il mercato di riferimento.
Far evolvere un modello molto apprezzato è sempre molto difficile. Con la S95, Canon ha realizzato una piccola macchina compatta “per esperti” molto simpatica; non stupisce quindi che la nuova PowerShot S100 rimanga vicino al concetto della S95. Ma, all’interno, tutto cambia, e radicalmente. La S100 è la prima macchina compatta per esperti capace di funzioni elaborate su dei modelli Ixus di base – ad esempio il video Full HD….
Maneggevolezza della Canon PowerShot S100
Squadra che vince non si cambia, dice il proverbio. Gli affezionati delle precedenti PowerShot serie S si troveranno immediatamente a loro agio, la S100, infatti, incorpora nel classico design PowerShot caratteristiche tecniche di ultima generazione. La fabbricazione è sempre al top, la macchina fotografica è solida e rassicurante, tutti i comandi sono in buona evidenza. Piccolo diffettuccio: la ghiera di comando sul corpo macchina è un po’ troppo “morbida” e, ogni tanto, ci può capitare di girarla accidentalmente. Sono presenti, comunque, alcune evoluzioni rispetto al passato: la prima è una barra sulla parte anteriore e un incavo per i pollici che migliorano nettamente la presa. Alcuni pulsanti sono stati spostati, in particolare il “Ring Func” (che permette di regolare il funzionamento della ghiera e dell’encoder) e quello “Disp“, ed è stato aggiunto anche un tasto di avvio dei video.
Sulla parte superiore del corpo macchina troviamo una ghiera di controllo, direttamente sull’obiettivo, che comanda le funzioni NR e RAW e che permette il controllo della riduzione del rumore da applicare alle immagini, oppure di scattare in formato RAW per la post-elaborazione (per mezzo del software DPP fornito in dotazione con la fotocamera). Questa ghiera, inoltre, consente di accedere rapidamente alle varie opzioni disponibili, come lo zoom, l’apertura del diaframma, la velocità dell’otturatore, la messa a fuoco ed i valori ISO.
La fotocamera presenta sul retro del corpo macchina un display LCD PureColor II G da 3 pollici con una risoluzione di 460.000 punti, estremamente chiaro e luminoso ed è dotato di uno strato esterno in vetro temperato che migliora notevolmente la resistenza ed assicura una visibilità elevata. Confortevole, manca però un po’ di fedeltà: i colori sono falsati (delta E oltre il 9) e il contrasto eccessivo nuoce alle zone in ombra e brucia i toni chiari.
L’aggiunta di un modulo GPS, che permette di eseguire il geotagging delle proprie fotografie, non è la scoperta del secolo, anche se è migliore di quello presente sulla maggior parte delle altre digitali (si orienta in meno di un minuto, quando invece molti ne impiegano dai 2 ai 5). In effetti, il chip consuma energia, e l’autonomia non è certo la qualità dominante della Canon S100, che consente solo 200 immagini secondo gli standard CIPA (GPS disattivato). In questo senso la S100 dimostra qui una vera e propria pecca: una macchina fotografica deve poter scattare e immagazzinare almeno 300 foto se si vuole andare a fare una gita in tutta tranquillità, soprattutto trattandosi di un modello che rischia di essere largamente utilizzato da un pubblico consumer.
Reattività della Canon PowerShot S100
Canon non partecipa certo alla gara di velocità, alla quale invece si iscrivono altri utilizzatori dei sensori CMOS. All’atto pratico la S100 si dimostra, quindi, una macchina fotografica reattiva, certo, ma che non da quell’impressione di velocità “da urlo”: l’autofocus in 0,6 secondi ad esempio non è lento, ma bisogna dire che ci mette quasi il doppio rispetto alle migliori digitali del momento. L’attesa tra due immagini è poco meno di due secondi in JPEG (2,5 sec in Raw), e la modalità di scatto a raffica raggiunge le due immagini al secondo (un’immagine al secondo in formato Raw): ok, buono ma non eccezionale. Rimane un punto deludente da mettere in evidenza: il tempo di avvio, 2,4 secondi. Più lento della S95. A volte è davvero avvilente dover aspettare: ci piacerebbe che i costruttori (e non solo Canon!) si sforzassero di più su questo aspetto.
Canon PowerShot S100: qualità delle immagini
Incredibile a dirsi, ma la[amazon-product region=”it” text=” S100″ tracking_id=”wwwclubfotogr-21″ type=”text”]B005N7ZU9G[/amazon-product] non ha alcun elemento comune con la S95. Esteticamente ricorda il suo popolare predecessore, ma presenta un’ottica nuova, che la fa guadagnare sia alle focali corte (24 invece di 28mm), che a quelle lunghe (120mm contro 105mm); un nuovo sensore, che ha sostituito l’intramontabile CCD da 10 Mxp con un insolito CMOS di 12 Mpx e un nuovo processore. Sebbene compattezza e incremento sensibile delle prestazioni raramente vadano d’accordo, l’obiettivo è stato complessivamente raggiunto.
Cominciamo dall’elettronica: è stato utilizzato il processore grafico di ultima generazione DICIG 5 che offre immagini eccezionali anche in condizione di cattiva illuminazione. La fotocamera, poi, è dotata di un sensore CMOS Canon da 12,1 Mpx ad alta sensibilità – di tipo 1/1,7 – che, in combinazione con il processore grafico, permette di ottenere un’elevata qualità d’immagine soprattutto a velocità ISO piuttosto alte ed in condizioni di scarsa luminosità. Il “trattamento” dell’immagine della S100 è ottimo: i JPEG sono privi di rumore praticamente fino a 800 ISO; a 1600 ISO le foto restano “pulite” e sono utilizzabili per qualsiasi scopo (ingrandimenti compresi) senza pensarci due volte. Il punto di rottura, invece, si manifesta netto a 3200 ISO e l’immagine risulta visibilmente sgranata, soprattutto a livello dei dettagli colorati. In definitiva, il sensore CMOS della S100 risulta vincente rispetto al già eccellente CCD della S95, ma non in modo così schiacciante.
L’obiettivo f/2 della fotocamera è estremamente versatile e luminoso ed estende ulteriormente le possibilità di ottenere ottime immagini anche in condizioni di luce sfavorevoli. Alla focale grandangolare da 24mm permette di catturare ampi paesaggi e, grazie alla flessibilità dello zoom 5x, vi permetterà di avvicinarvi al soggetto da inquadrare quanto vi pare. Inoltre, la tecnologia Intelligent IS seleziona automaticamente la corretta impostazione dello stabilizzatore ottico di immagine, scegliendo tra 7 differenti di modalità di ripresa, sia per le foto, che per video (cosa impossibile, ad esempio, sull’ultima Panasonic che abbiamo provato, la Lumix GF3).
Sul piano ottico, la S100 da risultati straordinariamente simili al modello precedente. Non è una cattiva notizia, significa solo che il grandangolo è un po’ meno omogeneo del teleobiettivo e, rispetto alla piccolissima[amazon-product region=”it” text=” SX230″ tracking_id=”wwwclubfotogr-21″ type=”text”]B004MKNBRI[/amazon-product] ad esempio, ha una nitidezza paragonabile alle lunghe focali, ma a quelle corte, il grandangolo si dimostra decisamente meno accurato, specialmente ai bordi. Sospettiamo che Canon abbia rivisto i limiti del software di correzione automatica dell’immagine, visto che il grandangolo, specialmente scattando in Raw, soffre di una decisa distorsione: la correzione, estendendosi del 15 % oltre i bordi, degrada per forza un po’ sugli angoli…
La funzione Video della Canon PowerShot S100
Dal momento che una [amazon-product region=”it” text=”Ixus 115 HS” tracking_id=”wwwclubfotogr-21″ type=”text”]B004MKNBLE[/amazon-product] è in grado di filmare a 1080p, era impensabile che le compatte di fascia superiore continuassero ad accontentarsi di 720p. Il sensore CMOS della S100 le permette di girare video Full HD a 1080p e a 24 fps, con audio stereo, che possono essere riprodotti su televisori HD attraverso la connessioni mini HDMI-CEC. La qualità dei video raggiunge il livello del resto dei modelli Canon, con un piccolo bonus: lo sfarfallio è meno visibile, grazie al sensore meno denso e quindi più sensibile. La ripresa è eccellente e la distorsione corretta anche in video. Il suono è buono; gli effetti stereo non sono spettacolari, ma restano ben udibili, ed i rumori diversi vengono registrati senza confondersi. Un solo neo: lo zoom non è proprio silenziosissimo, anche se non da fastidio nella ripresa delle immagini.
Concludendo, possiamo dire che la S100 si dimostra una “piccola videocamera supplementare”, cosa parecchio innovativa nel panorama delle digitali.
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