“Netaphors”… Google nel lavoro di un fotografo, Fabrizio Intonti
di Elisabetta Spinelli
Netaphors è un progetto artistico e fotografico, fondato sull’interazione creativa di una fotografia con il motore di ricerca Google Image.
Per ogni essere umano l’immagine del proprio volto è da sempre l’elemento a cui viene legata in modo primario la propria identità. La nostra immagine primaria rimanda però sempre ad una serie di altre immagini, di volti altri, di assonanze e somiglianze, ad un universo visivo soggettivo. Ad esempio, incontrando una persona la prima volta, ci capita di associare il suo volto a persone che gli somigliano o che ce la ricordano, cogliendo elementi che in modo più o meno consapervole riconduciamo entro un’orizzonte visivo a noi noto o facente parte del nostro vissuto.
Come dobbiamo interpretare e reinterpretare questo gioco di rimandi nell’era di Internet, in cui l’identità è sempre più caratterizzata dalle nostre “impronte” visive e digitali, dalla diffusione di uno strabiliante numero di immagini e fotografie in tutto il web?
Con “Netaphors” Fabrizio Intonti ha provato a creare delle associazioni visive di volti e cose utilizzando il motore di ricerca Google image. “Google non è più solo uno strumento di navigazione ma può essere anche considerato una sorta di archivio universale e collettivo che memorizza, ricorda, e mette in relazione testi e immagini pubblicate in tutto il mondo“. Dunque il progetto intende esplorare le enormi implicazioni pratiche e concettuali delle miliardi di immagini presenti sul web, provando a farle interagire creativamente.
La funzione di ricerca di Google Image oltre a reperire le foto associate a una certa parola, permette di sapere in pochi secondi se una data immagine è stata pubblicata sul web, mostrando direttamente le pagine dei siti in cui appare. Basta caricare un file di immagine cliccando sull’iconcina della macchina fotografica e il gioco è fatto: appariranno i siti in cui quella immagine che abbiamo caricato è attualmente pubblicata.
Oltre a questo però il motore di ricerca di Google svolge anche una ‘altra funzione, , mostra in modo “automatico” delle immagini visivamente simili per colore e forma a quella che l’utente carica, pescando dall’intero universo di immagini presenti sul tutto il web.
Intonti ha pensato di utilizzare questa funzione per creare delle metafore visive a partire da alcuni ritratti da lui scattati. Nel riquadro centrale c’è la fotografia di partenza, scattata dall’autore, intorno a questa le immagini associate da Google Image. “In questo modo il motore di ricerca mette in rapporto il volto di una persona, filtrato dal mio stile fotografico, dice Intonti, il mio background culturale e visivo, con tutte le immagni del passato e del presente dell’universo visivo del web (arte, fotografia, disegno)“.
La mostra è aperta dal 9 ottobre al 18 ottobre con i seguenti orari: lunedì-venerdì ore 15-19.30 e sabato 15.30-19.30.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO-BICOCCA. DIPARTIMENTO DEI SISTEMI GIURIDICI
Piazza dell’Ateneo Nuovo 1, Milano
dal 09/10/2015 al 18/10/2015
One Response to “Netaphors”… Google nel lavoro di un fotografo, Fabrizio Intonti