Marco Zanta: “Geografie”. A Roma fino a fine gennaio
di Elisabetta Spinelli
La personale Geografie di Marco Zanta (Treviso, 1962) è stata pensata come un corpo polivalente nel quale l’intera città diventa quello che Cedric Price ha definito “città-cervello”. Sono le mutazioni della città che spostano il punto di osservazione, l’architettura bilancia tutti gli elementi indicando il passare del tempo, un valore per l’esistenza umana.
Zanta è un acuto osservatore dei luoghi. Nel suo lavoro ricorrono alcuni temi, come quello dello spazio del lavoro o, come in questo caso, la ricerca sui luoghi simbolici dell’architettura. Le sue geografie appartengono ad una visione allargata nella quale il visitatore si imbatte in un modello ideale nel quale si fondano: linee, palazzi, strade, per diventare un unicum.
I tre scatti della serie “Urban Europe” (del 2008) vengono presentati con degli inediti ultimi lavori: il Maxxi si fonde con Bilbao e Manchester, il contrasto cromatico dell’acciaio e dell’architettura di Londra e la linearità della struttura di Ponzano. Citando nuovamente Price, l’architettura diventa azione liberatrice ed artefice del miglioramento della vita dell’ uomo; facendo pensare l’impensabile alla gente comune; stimolando l’oltre anche nelle abitudini della vita di tutti i giorni; mostrando l’architettura come mezzo per alimentare il cambiamento, la crescita intellettuale e lo sviluppo sociale.
Per Zanta la fotografia è sempre stata un modo per appropriarsi del mondo. Ha sempre visto la fotografia come un dono per conoscere e per conservare, nel senso più ampio del termine, non solo le nostre memorie, ma anche i gesti, gli sguardi, per potersi appropriare, appunto, di ciò che ci sta attorno.
Zanta, come i fotografi della generazione precedente alla sua (Luigi Ghirri, Mimmo Jodice, Gabriele Basilico) interpreta lo spazio urbano, interrogandosi sulla rappresentazione del paesaggio e soprattutto sul rapporto tra linguaggio fotografico e progettazione architettonica.
Marco Zanta, Geografie (a cura di Camilla Boemio)
dal 7 Novembre 2013 al 28 gennaio 2014
Anteprima d’arte Contemporanea, Piazza Mazzini, 27 – Roma
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