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Lezioni di macrofotografia: definizioni e teoria di base (la legge di formazione dell’immagine) | Club Fotografia

Lezioni di macrofotografia: definizioni e teoria di base (la legge di formazione dell’immagine)

Lezioni di macrofotografia (prima parte)

In queste tre immagini realizzate da Michael Freeman possiamo vedere le differenze tra i vari rapporti di riproduzione: (A) 0.1x (B) 0.5x (C) 1.0x (il fiore in grandezza naturale) - courtesy of M. Freeman

In queste tre immagini realizzate da Michael Freeman possiamo vedere le differenze tra i vari rapporti di riproduzione: (A) 0.1x (B) 0.5x (C) 1.0x (il fiore in grandezza naturale) – courtesy of M. Freeman

Un argomento vasto e complesso come quello della macrofotografia non può assolutamente prescindere da certe nozioni di base senza le quali risulterebbe impossibile persino sfiorare il discorso. Lo so, si tratta di argomenti pallosi, ma vi chiedo di essere pazienti e di seguire attentamente questa brevissima introduzione (senza le fondamenta non si tirano su le case…). Comunque sia, e come potrete constatare voi stessi, ho cercato di essere il più succinto possibile, riducendo veramente all’osso tutta questa parte teorica. Chi avesse conoscenze più approfondite in merito è pregato di scusarmi e, se lo desidera, è pregato d’intervenire nel discorso, magari puntualizzando su certi argomenti e correggendo la mia superficialità espositiva. ALT ringrazia in anticipo. Di cuore.

Chi inizia a muoversi in questa interessante branca della fotografia spesso si chiede: “Ora che ho comprato questo fantastico obiettivo “macro” da 100mm, f/2.8, ecc., quanto mi potrò avvicinare al mio soggetto?“. Rispondo io: quando si entra nel regno della macrofotografia, il domandarsi fino a che punto sia possibile avvicinarsi è decisamente una domanda mal posta! Perché? Ve lo dico subito: perché la distanza fisica tra fotocamera e sogetto, di per sé stessa, non determina quanto questi “riempirà” il fotogramma e l’immagine finale… presto capirete. Infatti, per parlare di macrofotografia abbiamo bisogno di mettere a punto una terminologia specifica che chiarisca i vari punti in discussione. Il modo migliore per riferirsi alle riprese ravvicinate non è quindi in termini di “quanto vicino“, bensì di ingrandimento delle dimensioni del soggetto sul sensore/pellicola. Vediamo perché partendo da alcune definizioni di ottica geometrica.

Zoom a 105mm e lente addizionale +3 diottrie per queste matite. Scansione. Fujichrome Velvia 50 ISO – ph.: A. Lo Torto, ’99

Si definisce lente un qualsiasi mezzo trasparente delimitato da due superfici delle quali, almeno una, sia curva[1]. Se entrambe le superfici della lente sono curve, è possibile identificare i loro centri di curvatura: la retta passante per questi due punti si dice asse ottico. Quando la luce proveniente da un soggetto passa per una lente, si ha la formazione di un’immagine dotata di due caratteristiche fondamentali:

1. è reale, cioè può essere visualizzata su uno schermo

2. è capovolta e ribaltata lateralmente.

La lunghezza focale determina il cosiddetto rapporto di riproduzione, cioè il rapporto tra le dimensioni dell’immagine sul sensore/pellicola e le dimensioni dell’oggetto reale. Badate: ho detto “immagine sul sensore” e non mi sto riferendo alle sue dimensioni sul display, su di una stampa o in proiezione. Intendo invece quanto è effettivamente grande l’immagine del soggetto sul sensore vero e proprio! Questo è il rapporto di riproduzione. Ex.: se un oggetto di 32 mm di altezza appare alto 8 mm sul sensore, allora il rapporto di riproduzione sarà uguale a ¼.

fig. 2: (A) lenti convergenti e divergenti. (B) schema ottico di un obiettivo: notare i tipi di lenti utilizzate. (elaboraz. The Red Deer)

Volendo essere più precisi, nella fotografia a distanza ravvicinata, per indicare il rapporto tra le dimensioni reali del soggetto e l’immagine riprodotta sul sensore (o sulla pellicola), il rapporto di riproduzione viene meglio definito come ingrandimento. Le due espressioni hanno il medesimo significato: un ingrandimento 2x (si legge “due per”) corrisponde a un rapporto di riproduzione 2:1 (nell’esempio precedente, dove il rapporto di ripr. era pari a ¼, l’ingrandimento sarà pertanto uguale a 0.25x). Non è facile stabilire quando si possa iniziare a parlare di macrofotografia vera e propria o, più in generale, di fotografia ravvicinata. Molte case produttrici, così come molti fotografi, scelgono come valore limite un ingrandimento pari a 0.1 (corrispondente ad un rapporto di riproduzione 1:10); in presenza di valori inferiori siamo nell’ambito della fotografia “normale”. Per cui: la fotografia ravvicinata va da 0.1x a 1.0x, ovvero da 1:10 a 1:1 che, in altre parole, vuol dire dal punto in cui l’immagine sul fotogramma corrisponde a un decimo dell’oggetto reale a quando lo riproduce a grandezza naturale. La macrofotografia vera e propria (generalmente detta “macro”) va da 1.0x a 2.0x, limite oltre il quale le particolari condizioni ottiche richiedono l’uso del microscopio e delle relative tecniche di ripresa microfotografica.

 

La legge di formazione dell’immagine

www.theredeer.it, www.clubfotografia.com

fig.3: legge di formazione dell’immagine (elaboraz.: www.theredeer.it)

A questo punto, l’ottica geometrica prevederebbe l’esposizione delle leggi relative alle distanze coniugate. In riferimento al tema trattato, enunceremo esclusivamente il caso che ci interessa e che, per altro, costituisce il fondamento su cui si basa tutta la fisica della fotografia: date le distanze S1, tra soggetto e lente, e S2, tra lente e immagine, per una lente convergente di spessore trascurabile è valida la seguente relazione:

1/ S1 + 1/ S2 = 1/f (dove f = lunghezza focale e S1 > f)

fig.4: a parità di distanza soggetto-obiettivo, focale lunga = immagine grande e focale breve = immagine piccola (www.theredeer.it)

da cui deriva che se un oggetto è posto a distanza S1 sull’asse della lente convergente di focale f, su uno schermo posto a distanza S2 si formerà l’immagine reale dell’oggetto (vedi fig.3). Da questa relazione, detta legge di formazione dell’immagine, si evince un importante risultato, che a noi interessa moltissimo: a parità di distanza soggetto-punto di ripresa, un obiettivo di focale lunga produce un’immagine più grande di un obiettivo di focale corta (vedi fig.4).

(continua…)


[1][ http://it.wikipedia.org/wiki/Lente è il miglior riferimento in lingua italiana che abbia trovato sul web in relazione alla definizione di lente]

One Response to Lezioni di macrofotografia: definizioni e teoria di base (la legge di formazione dell’immagine)

  1. Pingback: Foto più nitida – parte 1 @ Fotosservando

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