“L’arte di trasformarsi” di Daniele Tamagni. Sui Navigli milanesi
di Elisabetta Spinelli
Due continenti: Africa e Sudamerica. Due generi: maschile e femminile. Due modi di trasformarsi: i Sapeurs, elegantissimi dandy che popolano Brazzaville, e le Cholitas, campionesse di wrestling boliviano.
Alla ArtGallery in Altavia, Daniele Tamagni (World Press Photo 2011) rivela la sua personale visione del mondo attraverso immagini colorate, ironiche e spiazzanti. E dimostra come la realtà può essere molto diversa da quella che sembra.
Bakong, quartiere popolare di Brazzaville, capitale del Congo, una scenografia che contraddice lo stile impeccabile dei Sapeurs, i dandy famosi per la loro cura meticolosa dell’abbigliamento. Abito, cravatta, guanti e cappello e perfino bastone indossati per presenziare alle cerimonie. Nel contesto è la loro perfezione che strabilia, l’eleganza ed il movimento dei loro corpi rivela l’importanza conferita loro dagli abiti che indossano.
A La Paz in Bolivia, la lucha libre è uno sport molto popolare. Erano solo gli uomini a praticarlo, ma grazie alla loro tenacia le Cholitas sono diventate le donne del ring. La capacità di coniugare forza bruta e grazia colpisce e le rende delle star. L’elemento che accomuna i due gruppi è il cappello: accessorio per eccellenza che caratterizza fisionomie e gestualità.
Daniele Tamagni è nato a Milano nel 1975. Dopo la laurea in Conservazione dei beni culturali e la specializzazione in storia dell’arte si è dedicato alla fotografia. Negli ultimi anni ha realizzato progetti finalizzati ad approfondire la cultura afro caraibica nel mondo, da Milano a Londra, dal Benin a Cuba. Lavora per l’agenzia Grazia Neri ed è uno dei finalisti del prestigioso World Press Photo 2011.
Fino al 30 marzo 2012 presso l’ArtGallery in Altavia, Alzaia Naviglio Pavese 78/3, a Milano
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