Fotografare le persone: 8 suggerimenti per realizzare un “ritratto ambientato”

Al limite, nel ritratto ambientato, la presenza di altre persone può costituire un'ottima opportunità di "arredo" - ph.: A. Lo Torto per GRC parfumes, 2001
Le riprese di ritratto sono generalmente “strette” sul soggetto che appare preminente nell’inquadratura. Tuttavia esiste anche un’altra interpretazione del genere, in cui il soggetto, pur mantenendo inalterata la propria importanza all’interno della scena, viene inserito in un contesto che che contribuisce ad esaltarne il ruolo di protagonista. Con ciò non ci riferiamo a quelle riprese da dilettanti in cui la zia Pierina è una specie di puntino che “naviga” nello spazio aperto, a dodici chilometri dal fotografo, ma ad una composizione studiata, in cui l’ambiente fa da cornice al soggetto e le due parti si bilanciano e si rafforzano a vicenda.
Di regola, nel ritratto ambientato, il soggetto viene fotografato nel corso delle sue abituali attività quotidiane. L’idea di fondo è quella di non limitarsi a ritrarre la singola persona, ma anche quello che solitamente fa nella vita professionale o nel tempo libero, con il compito di svelarne gli interessi e metterli in risalto nella composizione tout court dell’immagine. A tale scopo possono andar bene una miriade di oggetti e ambienti diversi: bastano un po’ di metodo e di esperienza per capire il cosa e il come del perfetto ritratto ambientato.
Oggi vi proponiamo una serie di suggerimenti che vi torneranno sicuramente utili quando dovrete realizzare un ritratto ambientato “classico”. Sono consigli che vanno bene per tutti, principianti o professionisti; è sufficiente una macchina fotografica e – meglio, ma non indispensabile – un flash esterno da inserire sulla slitta (o contatto a caldo, come si dice in gergo tecnico) della vostra fotocamera. Presto vedremo le potenzialità di questo accessorio in una serie di articoli che stiamo preparando. Un attimo di pazienza. Per ora vi suggerisco di seguire passo passo quanto elencato qui sotto; se volete scattare degli ottimi ritratti ambientati, questa è la strada giusta. Vi do la mia parola che non fallirete.
1. Fate una ricognizione sul luogo di attività del soggetto (possibilmente quando lui è presente). Chiedetegli se potete osservare quello che fa, pensando a quale potrebbe essere una buona inquadratura per la foto. E’ utilissimo. NOTA BENE: Ricordatevi sempre che il soggetto dev’essere sì dentro all’ambiente, ma non deve farvi parte come se si trattasse di un soprammobile! Pertanto, in molti casi, la difficoltà principale è rappresentata dalla ricerca di un punto di ripresa atto in qualche modo a separare la figura dal resto della scena. Oltre ad un uso appropriato della luce, nel ritratto ambientato l’inquadratura è da considerarsi di primaria importanza. Non sottovalutatela mai.
2. Cercate di scoprire se c’è qualcosa di cui è particolarmente fiero: fa il giardeniere? potrebbe essere l’ultima rarissima orchidea che è riuscito a far sbocciare; è un allevatore di cavalli? un purosangue vincitore del Grand Prix; ecc. Sarà vostro compito inserire nella scena nel modo più adeguato l’oggetto di culto di chi dovete ritrarre (badando, ovviamente, a non fare del cavallo il soggetto principale della fotografia!).
3. Osservate quali abiti indossa e suggeritegli cortesemente di non cambiarli e di vestirsi in modo simile quando comincerete a scattare. Infatti molte persone si mettono in ghingheri quando sanno che quel tal giorno verrà il fotografo… ok, va bene quando scattate loro un semplice ritratto, ma in questo caso no. Fate loro presente che per un ritratto ambientato preferite un aspetto più “naturale” (magari girate un po’ intorno alle parole, “penso che quella camicia vada benissimo per la foto che vogliamo fare“, ecc. altrimenti qualcuno potrebbe anche prendersela a male).
4. In base a dove vi trovate, sono sempre validi i soliti suggerimenti che vi avrò dato in mille altre occasioni: se siete all’aperto, osservate il luogo nei diversi orari della giornata per stabilire la luce migliore; se vi trovate invece in interni, predisponete e verificate prima tutte le luci e gli schermi riflettenti che vi serviranno. Dovendo muovervi molto, è meglio che cerchiate di illuminare lo spazio in modo da potervi spostare senza dover riposizionare le luci tutte le volte.
5. Ricordatevi che il flash di riempimento (fill-in flash) dovrebbe funzionare più o meno come un pannello riflettente, NON sovrastare l’illuminazione principale. Infatti deve aggiungere un tocco di luce e mettere in risalto più dettagli di quelli visibili in condizioni normali. In caso in cui, poi, desideriate un’illuminazione più dolce e diffusa, il modo migliore per attenuare la luce è applicare un diffusore sulla testa del flash (la Luminquest è uno dei maggiori produttori al mondo di questo genere di accessori).
6. Nel caso utilizziate un flash a slitta esterno ad angolazione regolabile, sollevatelo di un terzo verso l’alto. Se non avete un diffusore, appiccicate un pezzo di cartoncino bianco (o qualcosa di simile) sul dorso del flash e ripiegatelo in modo che rifletta la luce sulla scena[1] (vedi illustrazione qui a fianco). Infine regolate la potenza di emissione del lampeggiatore a un valore di diaframma f inferiore di uno stop rispetto alla lettura normale (per chiarimenti su questo punto vedi: “Teoria dell’esposizione corretta“).
7. Quando scattare. Chiedete al soggetto di proseguire nella sua normale attività e di non far caso alla vostra presenza (per quanto gli è possibile). Quando sarà assorbito da quanto sta facendo e non penserà più a voi, quello sarà un buon momento per scattare le prime foto. Girategli intorno, per decidere l’angolazione migliore, e cercate di fotografarlo prima da lontano, poi un po’ più vicino, di fronte e lateralmente. Ogni tanto invitatelo a sollevare lo sguardo verso di voi (d’altronde il ritratto ambientato non è un’istantanea). Tenete sempre a mente chi avete davanti, le sue particolarità e il suo carattere. Scegliete il momento più appropriato e cogliete l’attimo: un pianista nel pathos dell’esecuzione, un sollevatore di pesi nello sforzo finale, un calciatore nella gioia dopo il gol. Dovete aspettare il momento in cui chi state osservando si dimentichi della vostra presenza… che il sudore gli bagni la tuta, che la cesta sia piena di fiori.

Alcuni ritratti ambientati classici richiesti dai clienti. A: brochure per GRC Parfumes, Milano; B: un barman di Torino; C: Ordine Nazionale Dottori Commercialisti - (ph.: A. Lo Torto)
8. Dulcis in fundo, per quanto riguarda l’ottica migliore da utilizzare nel ritratto ambientato vi rimando ai consigli già espressi in questo articolo. Nello specifico, l’utilizzo di un obiettivo a focale normale (50mm) ritengo sia una buona scelta, nonostante le critiche che gli vengono mosse un po’ da tutte le parti. Secondo chi scrive, un campo un po’ più ampio è logicamente auspicabile quando si vogliono realizzare le condizioni sceniche adatte. Inoltre, le cosiddette “deformazioni più o meno accentuate” introdotte dal 50mm (come “il naso prominente, il mento sfuggente e gli occhi da pesce”) sono più il frutto di una pessima disposizione delle luci, che non un problema dovuto all’ottica normale! Perciò (e mi rivolgo in particolar modo ai tanti pseudo-tecnici che scrivono sulle riviste di settore) non diamo la colpa a Canon, a Nikon o alle leggi della fisica, ma impariamo a fare i fotografi anziché cianciare a vanvera…
A presto, ALT
[1] [in inglese si definisce questo “arnese” catchlight panel. Sono rammaricato, ma non riesco a trovare un’adeguata traduzione in italiano. Se qualcuno di voi possiede un manuale d’istruzioni nella nostra lingua di un flash Canon, Nikon o altri forse sa dirci quale sia l’equivalente più appropriato].
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