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Alberto Korda: “Identità & Mito”. Antologica a Milano | Club Fotografia

Alberto Korda: “Identità & Mito”. Antologica a Milano

di Elisabetta Spinelli

La nota immagine di Che Guevara (ph.: A. Korda)

Il tema “Identità e Mito” è in mostra negli scatti di Alberto Korda, fotografo personale di Fidel Castro. Al suo fianco per 10 anni, lega la sua fama ad un altro uomo, Ernesto Che Guevara. Universalmente noto il ritratto del guerrilliero eroico: sguardo fermo, seppur velato, all’orizzonte la folla riunita per il funerale delle vittime dell’esplosione della nave La Coubre, il 5 marzo 1960. Un’immagine icona del guerrigliero che combatte per la liberta, la giustizia e l’uguaglianza nonostante tutto e se stesso. L’uomo Che Guevara, intimo e umanamente fragile, destinato a diventare un mito, universale e immortale. Rappresentazioni eroiche ma anche spaccati di vita quotidiana dei due protagonisti della Revoluciòn: dal golf alla pesca d’altura, fino agli eventi politici e istituzionali.

L'Autore con in mano il negativo della foto di Che Guevara (fonte: indelediblefotos.com)

Korda utilizzò una Leica con una pellicola Kodak Plus-X, che ospitava già fotogrammi di Jean-Paul Sastre, Simone de Beauvoir e Fidel Castro. Sul negativo originale (da cui è stato messo in risalto il solo volto del “Che“), di profilo a sinistra, appare il giornalista argentino Jorge Ricardo Masetti Blanco (Comandante Segundo) di origine bolognese, fondatore di Prensa Latina a Cuba e desaparecido in Argentina. La foto del guerrigliero eroico diventò mondialmente famosa quando l’editore milanese Giacomo Feltrinelli se ne fece regalare due copie da Korda e la pubblicò, sia come poster nel 1967, sia come copertina per il libro Diario in Bolivia nel 1968. Si tratta dell’immagine più riprodotta della storia della fotografia, dalla quale non trasse nessun guadagno. Lo stesso Korda ebbe modo di dire: «Non ho guadagnato con quella foto, ma regalo al mondo qualcosa che mi sopravviverà, per questo sono felice”.

Prima della rivoluzione castrista era fotografo di moda. Nel 1960 diventò fotografo del quotidiano “Revolución”. Morì per un attacco di cuore durante una sua mostra personale a Parigi nel 2001. Fu seppellito a L’Avana nello stesso anno.

Fino al 28 aprile alla Galleria Ca’ di Fra’, via Carlo Farini, 2 – Milano

Orari: Lunedì-Venerdì 10.00-13.00/15.00-19.00  Sabato per appuntamento

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