7 suggerimenti per fotografare la pioggia
di ALT
Ai fotografi piace il maltempo. Pioggia, neve, nebbia, cieli tempestosi possono rendere più suggestiva una fotografia e aiutano a trasmettere uno stato d’animo. Una strada bagnata che riflette le luci al neon appare completamente diversa da una assolata e una casa abbandonata è più suggestiva nella nebbia, piuttosto che in piena luce. Un consiglio che voglio darvi è di provare a fotografare uno stesso soggetto, inquadrandolo alla stessa focale e dal medesimo punto di ripresa, nelle più svariate condizioni metereologiche. Mettete le immagini una accanto all’altra e confrontate gli stati d’animo evocati da ciascuna di esse… sarà un esercizio divertente, oltreché utile.
Quanto detto nell’ultimo post, a proposito della modalità di scatto a priorità di tempi, ci tornerà sicuramente utile anche in quest’occasione, dove la ripresa delle gocce di pioggia in caduta – da considerarsi alla stregua di un qualsiasi soggetto in spostamento rapido, sia esso un’auto in corsa, piuttosto che l’acqua che zampilla da una fontana – va affrontata in modi differenti, a seconda che si voglia “congelare” o meno il suo movimento.
Una breve considerazione. Spesso e sovente, quando, desiderosi di uscire a scattare qualche foto, ma affacciandoci alla finestra vediamo che fuori piove, la nostra prima reazione è quella di lasciar perdere. Sarà questo il motivo per cui le immagini realizzate con il maltempo sono decisamente molte meno di quelle scattate quando c’è il sole?! Non lo so… Comunque sia, spulciando tra le foto postate dai nostri lettori sulla nostra pagina di Facebook negli ultimi tre mesi non sono riuscito a trovarne nemmeno una! Se avete immagini prodotte in giornate di pioggia che a vostro giudizio risultano particolarmente significative, mostratecele! Siamo molto interessati all’argomento.
7 suggerimenti per fotografare la pioggia
1. La prima cosa da tenere presente quando si desidera scattare delle fotografie a una scena “piovosa” è quella di cercare un riparo. Voi potrete pure bagnarvi, ma è fondamentale che la vostra attrezzattura rimanga asciutta. Le fotocamere temono l’acqua come i gatti e, sebbene alcuni modelli di punta siano pubblicizzati dai produttori come water-proof, è sempre meglio evitare che gli scrosci di pioggia pesante colpiscano la nostra macchina. Per quanto riguarda le reflex, digitali e non, il punto più delicato è sicuramente l’innesto della baionetta dell’ottica ma, soprattutto se si usano obiettivi non proprio nuovissimi o di marca scadente, anche i corpi telescopici del barilotto stesso possono costituire una buona via d’ingresso per l’acqua piovana – “l’acqua non ha le ossa” ho sentito dire una volta nella bergamasca… Posizionatevi sotto una tettoia, un portico o quant’altro possa fungere da riparo; al limite usate un ombrello o avvolgete la macchina fotografica in una busta di plastica, lasciando un’apertura per la lente frontale.
2. Se volete fissare le gocce d’acqua “a mezz’aria” impostate un tempo di scatto di 1/125 di secondo o più veloce (vedi come “congelare” un’azione). A 1/60 di secondo la pioggia appare “a strisce” che si allungano quanto più il tempo di esposizione aumenta.
3. Le gocce risaltano meglio contro uno sfondo scuro, ma se non vi è possibile trovare un background idoneo allo scopo, cercate d’includere un altro elemento da cui risulti che sulla scena stia piovendo (non è così semplice farlo capire…!), perciò: pozzanghere, gente con l’ombrello, marciapiedi lucidi, ecc. (vedi n.7).
4. Osservate i modi con cui la pioggia solitamente influisce sulla scena: le foglie degli alberi riluceranno e i tronchi delle piante esposti al vento potranno imbrunire sotto gli scrosci d’acqua, rendendo più drammatica, ad esempio, la foto di un bosco. Un contadino nei campi potrà rallegrarsi per l’acqua provvidenziale, ma un uomo d’affari, o un giocatore di calcio, appariranno sicuramente scontenti.
5. La pioggia in città è davvero qualcosa d’interessante. Se piove o ha appena piovuto, prendete la macchina fotografica e uscite subito. Le strade scintillanti daranno sicuramente una marcia in più alle vostre immagini.
6. Ricordatevi sempre che, molto spesso, quando piove la luce ambiente risulta solitamente piuttosto scarsa. Se il vostro scopo è quello di mantenere dei tempi di esposizione piuttosto brevi – al fine di “congelare” le gocce di pioggia in caduta – è sempre meglio mantenere la fotocamera in posizione ferma e stabile. Usate il treppiedi se potete.
7. Cercate di cogliere quelli che io definisco “gli effetti di contorno della pioggia“. Non è necessario riprendere l’acqua che scroscia per far capire agli osservatori che il tempo è brutto. Voglio farvi un esempio: molti anni fa, in una concessionaria di moto di Milano, era esposta una polaroid dove si vedevano tre bikers in perfetto “assetto da gita”, con tanto di casco e guanti, ma non in sella alle loro “bambine”, bensì all’interno del negozio e con un’aria corrucciata. Sotto (nella parte bianca della pola) una scritta a penna: “3 ottobre 1995… pioveva!” Ecco cosa intendo… anche se questo è un caso limite. Classici effetti di contorno potrebbero essere, oltre ai già citati marciapiedi bagnati e agli ombrelli aperti, anche le gocce d’acqua sui vetri delle case o sui finestrini delle auto, un cane che si scrolla il pelo, una grondaia che sgocciola…
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